giovedì 16 dicembre 2010

Il contrappasso

Stavolta l'utente sono io! Nell'ufficio del giudice di pace di Torino, che si trova nella più remota e irrangiungibile periferia della città, ho consumato la mia giornata di ferie.

Il sito internet del Comune di Torino annunciava gli orari di ricevimento senza appuntamento e io ho ci sono andata.

All'ingresso il box informazioni era desolatamente vuoto, così mi sonno inerpicata sulle scale del tribunale -   una vecchia scuola riconvertita alla giustizia che ha ospitato studenti  figli del boom economico italiano - e, dopo aver dribblato avvocati in attesa e testimoni rassegnati, ho raggiunto il terzo e ultimo piano.

La pletora di porte chiusa mi ha dato il benvenuto e così, come ogni utente che si rispetti, ho inziato a importunare tutte le persone dotate di parola. Dopo alcuni "non so" la consueta anima buona mi ha indicato l'ufficio del giudice e anche il calendario di ricevimento, posizionato strategiamente sopra un termosifone. Ho  perciò scoperto che il giudice di turno quel mattino non si era presentato e che altre date erano state cancellate: se volevo parlargli sarei dovuta tornare nel pomeriggio.

Porca miseria! Avevo altri programmi. Ma l'ostinazione è buona compagna di vita e io l'ho ascoltata.

Il pomeriggio si è ripetuta la scenetta senza tanti stupori: ingresso triste, box informazioni chiuso, tre piani di scale, porte sigillate, pubblico in attesa. Documenti in  mano mi sono seduta e ho atteso.
Prima però come da prassi, ho interrogato gli astanti: "è qui che riceve il giudice di pace, bisogna prendere il numero, chi ha il 73, ci mette tanto, ma non c'è nessuno a dare informazioni, ma è sempre così qui" poi sdegnosa mi sono messa a leggere.
Prima di me c'erano una a cui avevano staccato la luce per un giorno di ritardo, un altro che aveva ricevuto la lettera di sfratto, alcune comparse mute e una signora con borsa firmata che si rivangava i bei tempi in cui a Torino erano tutti educati.

Il mio turno è toccato dopo un'ora e 47 minuti d'attesa, il mio colloquo è durato quattro minuti, la mia giornata sprecata per intero.
Un pensiero particolare alle urpiste che potranno commentare con soddisfazione che il nostro Urp non abbandona mai nessuno.

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