giovedì 27 ottobre 2011

In Europa tutto bene, la borsa vola e gli sfratti pure

Pantaloni di flanella strausati, maglia a coste che fa capolino dal giaccone grigio petrolio, capelli scuri e arruffati. Entra nel salone con passo incerto, si ferma a due metri dalla porta di ingresso e inzia a cercare con lo sguardo un'anima buona contro cui tracimare le pletora di domande.

Dietro il vetro le urpiste si stanno preparando all'esondazione verbale. Il loro ottimismo verrà punito i meno di un secondo.

L'uomo raggiunge l'Urp e mostra il precetto di sgombero dal suo alloggio. Vuole una casa. 

Le Urpiste si tarantolano sui loro trespoli.
L'uomo chiede come fare.

L'urpista diligente si impegna in una didascalica spiegazione sulle assegnazioni e i contributi all'affitto e altre misure irraggiungibili per chi ha già superato la boa dell'ufficiale giudiziario.
L'uomo digrigna i denti e ripete daccapo: mi hanno sfrattato, voglio una casa.
L'urpista diligente ammette il porprio fallimento professionale.

L'urpista ortodossa invece lo esorta a rivolgersi a un avvocato.
L'uomo frena un moto di stizza e le ricorda di non avere più soldi visto che mangia alla mensa dei poveri.
L'Urpista ortodossa si alza piccata e spruzza spry antibatterico in ufficio.

L'urpista empatica, testimone consapevole della frustrazine delle colleghe, dopo essersi asciugata la lacrime, chiama al telefono la Dama di Carità dei contributi, che, vestita di Armani e un velo di fondotinta tono su tono, prende atto della situazione e conferma di non poter fare niente, ma garantisce l'intervento dell'assistente sociale.

L'uomo si ritrova al via senza aver risolto niente e pure in ritardo per il pranzo alla mensa dei reietti, con il precetto in mano.

2 commenti:

  1. Avendo lavorato dall'altra parte della barricata (e cioè da chi gli atti di sfratto, precetto e quant'altro li prepara e li notifica per conto del proprietario), a rischio di sembrare insensibile mi permetto una critica nei confronti del soggetto... se si fosse preoccupato un po' prima della situazione (che di sicuro è iniziata molti mesi prima, con una raccomandata del padrone di casa, poi dell'avvocato, poi con la citazione per morosità, udienza di convalida, ecc. ecc.), forse ora sarebbe meno nera.
    Perchè ne ho visti tantissimi che, al ricevimento della raccomandata di sollecito, riuscivano a spuntare al padrone di casa prima una proroga e poi che lo sfratto venisse chiesto non per morosità ma per "finita locazione"... cosa che nelle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi penalizza molto molto meno.
    Mi ha sempre dato un po' fastidio (da figlia di "inquilini" perenni) che ci fosse gente "morosa" che poteva accedere in questo modo alle graduatorie per gli alloggi e le agevolazioni penalizzando chi invece l'affitto l'ha sempre in qualche modo pagato regolarmente, ma quanto meno c'è una dimostrazione minima di interesse... iniziare a preoccuparsi a precetto notificato e pretendere che ora il Comune faccia subito qualcosa, è quanto meno un po' "tardino" (stesso discorso vale per chi si riduce a lamentarsi a pignoramento eseguito... farsi vivi prima proprio no, eh? Sempre l'illusione che gli atti giudiziari svaniscano nel nulla... purtroppo, non è affatto così!)!

    PS. Scusa il commento-fiume!

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  2. A commento fiume, molto ben circostaniziato, occorre rispondere con un po' di serietà. Purtroppo quello che dici è vero. Molto spesso ci troviamo di fronte a persone che non hanno risposto ad alcun invito, ma poi si lagnano quando arrivano le mazzate. L'ultima in ordine di tempo è la polemica contro Equitalia, dimenticandosi che loro sono esecutori di incarichi affidati da enti pubblici per il recupero crediti, per esempio l'Agenzia delle Entrate.
    Allora se si pagassero le tasse forse ci sarebbero meno pignoramenti. Ma è facile prensersela con gli antipatici, quelli che devono fare il lavoro sporco di recuperare i crediti.


    Questo post è fondam.

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