martedì 19 giugno 2012

Maturità: l'esame degli altri

Raramente uso questo blog per questioni personali, ma un'eccezione mi verrà perdonata. Domani Lisa inizierà l'esame di maturità.

E allora: in bocca al lupo. E che crepi.

Dopo 29 anni anni io ricordo ancora il mio. La prove iniziavano a luglio, si portavano due materie e i voti erano in sessantesimi.

Quell'anno, era l'83, faceva un caldo terribile, io sono arrivata davanti alla scuola con il mio vocabolario, un vecchio Zingarelli regalato a tuo padre quando era piccolo.

Invece la sera prima ero piegata in bagno a studiare Pascoli, ma il giorno dopo dalle buste del ministero è spuntato Leopardi. L'ho accantonato per il timore di scrivere una marea di banalità. E ho fatto bene. Anni dopo, quando la vita mi convocata a scuola, ma dall'altra parte della cattedra, ho letto infinite declinazioni del pessimismo cosmico che mi sarei volentieri risparmiata. Ma anche temi di grande spessore, alcuni divertenti e arguti che hanno fatto guadagnare ai redattori benevolenza e anche qualche punto.

Perché anche i professori hanno un'anima e si annoiano da morire. Ma si entusiasmano di fronte a studenti entusiasti e si rammaricano per una domanda senza risposta.

Alla mia prima maturità da insegnante, ero commissaria di italiano e latino in un liceo molto prestigioso, uno studente era stato ammesso con una media scoraggiante.
Alla riunione preliminare, il membro interno (non so so si chiamino ancora così, sono anni che ho lasciato la scuola) ha invocato la sua promozione "perché tanto un altro anno non cambierebbe niente. Fa il maestro di sci ed è bravo. Lasciamolo sulle piste". 

Dopo due scritti disastrosi è arrivato all'orale. Il presidente di commissione si è seduto accanto a me e sottovoce mi ha detto: "Professoressa, questo  ragazzo bisogna promuoverlo, lei capisce vero? Tenerlo un altro anno qui lo rovinerebbe. Ma oggi arrivano gli ispettori del ministero e dobbiamo cavargli qualche cosa... Mi affido a lei".

E io ho capito. Così quando si è seduto di fronte a me gli ho chiesto "Alla sera" di Foscolo. Il presidente è sbiancato temendo la défaillance del poveretto. Da sotto il banco gli ho fatto segno di stare tranquillo, perché da questo sonetto si ricava tutta la poetica del Foscolo. Così è stato. 

Non ti dirò mai chi è questo studente, ma non sono pentita. Ho solo dimostrato che si può cavare sangue dalle pietre, se sai dove scavare.

A lui la vita ha regalato grandi soddisfazioni e lui le ha restituite all'Italia.  

Tu  non hai bisogno di aiuti, e tuttavia temi per l'esame più importante della tua vita, e perciò ricorda che sopra le nuvole c'è sempre il sole. 

lunedì 11 giugno 2012

Ma sono proprio italiana, e anche un po' di più.

Supertitolata, altissimamente professionalizzata e profondamente annoiata: ecco la fotografia della mia situazione lavorativa.

Per dare un colpo di novità alla languida quotidianità che mi accompagna in ufficio non mi rimane che cercare altre strade. Così dopo aver fatto il bilancio delle competenze, verificato che non ho un mentore pronto a scommetere sulla mia personcina, schiacciata come un guscio di noce tra i grandi poteri occulti che manovrano questo paese, decido di presentare domanda per un concorso alla comunità europea.

Esaltata dalla semplicità con cui presenti domanda, c'è un form sul loro sito che ti guida a costruire il curriculum, niente a che vedere con i concorsi pubblici in Italia, mi immagino già negli uffici di Bruxelles a conversare in inglese con colleghi davvero simpaticissimi.

Compilati tutti i campi richiesti, il sistema mi assegna un numero di registrazione e  un account personale sul quale riceverò tutte le comunicazioni. Il messaggio finale è chiaro:  "Controlla il tuo account perchè lì, e solo lì, troverai tutto le info per la selezione".

Questo succedeva ad aprile. Poi le feste di Pasqua mi hanno spinto in Oman a scoprire nuovi mondi e sono tornata certa che 200mila candidati in 27 paesi richiedono una certa organizzazione e anche qualche mese.

Così oggi, spinta dalla consueta noia, ho controllato il mio account. Sorpresa!
Il capo dell'ufficio di selezione del personale, certo Gilles Guillard, mi ha scritto una bella letterina in iglese semplice semplice con la quale mi comunicava che la mia candidatura era stata accettata, che avevo fatto le cose per benino e che non mi rimaneva che prenotare la data della prima selezione, operazione che avrei dovuto eseguire on line dal 14 al 16 aprile ora di Bruxelles, pena l'esclusione dal concorso.  Solo la nascita di un figlio, la morte di un congiunto prossimo, madre, padre, fratello e/ sorella, o ricovero in ospedale poteva costituire un'eccezione alla ferrea regola

Ma come? Il concorso era scaduto il 5 aprile e il 6 questo diligentissimo funzionario già scriveva per confermare candidatura e data delle selezioni? A più di 200mila candidati. Ma che sistema hanno a Bruxelles quando in Italia per un concorso a due posti andiamo avanti almeno due anni.

Bene sono certa che a guardare la posta in ritardo saranno stati prevelentemente italiani. Ora io mi vergogno come una ladra e per tenere alto l'italico onore  ho deciso di dichiarare il falso e di traformare la mia nazionalità da italiana in svedese, tanto per distribuire un po' di fango ache ai paesi del nord, sempre così perfettini.

Noi qui ne abbiamo già abbastanza di verecondia, senza che ci aggiunga la mia.

domenica 10 giugno 2012

Meteorologi di tutto il mondo: nascondetevi


Me li immagino piegati su cartine, legati mani e piedi al computer grandi quanto una stanza -  ve lo ricordate Hal 9000, il computer quasi  umano di "2001 Odissea nello spazio"? -  oppure impegnati ad osservare le variazioni del  mercurio stipato in sottilissime asticelle di vetro, vivere in laboratori costruiti su cocuzzoli impervi, con il cuore rivolto all'interpretazione di venti e cirri per disegnare la mappa del sole e della pioggia con l'istogramma delle temperature, insomma ad elaborare le meglio note come previsioni del tempo.

Ecco, dei veri e propri eroi. 

Ma lo sanno questi oracoli del terzo millennio che migliaia di persone pendono dalle loro divinazioni? Lo sanno che sono due week end che me ne sto buttata in casa anziché lanciarmi su pei monti a fare lo stambecco, perché sulla Val Susa, valli limitrofe e pure a Torino si vedono nuvole, gocciolone e  fulmini che rischi di tornare a casa in barca.

E invece per due domeniche di fila il sole brillava in un cielo azzurro e splendente, l'afa ci attanagliava e di musei al chiuso ne ho le scatole piene. 

Allora, cari meteorologi, io non vi ascolto più. Non vi darò più retta e domenica prossima, anche se disegnate la sagoma di un tornado sul Piemonte, io  me ne vado in montagna a 2mila metri e se un fulmine  mi centra in pieno, un pack alpino mi investe o una raffica di vento mi precipita in un dirupo, lasciando lo zaino impigliato all'unico cespuglio cresciuto sulla nuda roccia, sarà colpa vostra della vostre previsioni approssimative. 

domenica 3 giugno 2012

Campanula addenda: gioie e pungiglioni

Campanula Addenda Blue Star

Quella che vedete nella foto è una deliziosa piantina che ogni primavera mi omaggia con una cascata di fiori di un azzurro intenso. Si chiama Campanula Addenda Blue Star e, come illustra la scheda esplicativa, è un prelibato bocconcino che non delude gli sforzi di chi la coltiva. 

Acquistata al mercato dei fiori un venerdì mattina di tanti anni fa, ha mantenuto le promesse. Dalle foglioline verdi e perenni che rallegrano i miei inverni, in aprile e fino a settembre inoltrato, è tutto un fiorire di stelle blue, da cui il nome Blue Star. 

Con poca manutenzione, se escludete una quantità d'acqua pari a quanta è necessaria per raffreddare un reattore nucleare in fiamme e la spigolatura  dei fiori appassiti, circa un centinaio/die che si depositano sul pavimento del  balcone costringendovi a spazzare ogni giorno la zona sottostante, operazioni che faranno di voi uno schiavo al cospetto di questa principessina dal manto azzurro,  otterrete risultati strabilianti e l'invidia di amiche e vicini di balcone, alcuni dei quali non esiteranno a usare il binocolo per rimirare tanta beltà. 
In men che non si dica vi guadagnerete l'ambito titolo di Miss Pollice Verde del condominio. E vi assicuro che non è poco.

Così non soddisfatta di questa meravigliosa sfera stellata quest'anno ho voluto strafare e l'ho rinvasata ottenendo una chioma fiorata grande quanto una quercia centenaria e l'ingresso nell'esclusivo olimpo delle Gardenwomen, titolo che ti regala una straordinaria notorietà nel quartiere,  qualche caffè gratis al bar dell'angolo, e il saluto di donna Amabile Radicati di Genola, instancabile animatrice dell'associazione commercianti. 

Ma ogni medaglia ha il suo rovescio è questa fa veramente male. Già, perché non sono l'unica a godere di tanta bellezza, anche le vespe si sono accorte dei fiori olenti e meravigliosi e vengono a visitarli in continuazione per suggere nettare, accoppiarsi con vespi o forse anche per organizzare una rivoluzione entomologica. Non lo so. Ma sono tantissime e quando il beccuccio dell'innaffiatoio si insinua nel verde e nell'azzurro - e succede due volte al giorno - si leva una sciame incazzato con le levette dei pungiglioni issati e diretti sulla mia persona. E son dolori.

Perciò due volte al giorno sono costretta cospargermi di repellente, indossare uno scafandro, impugnare l'innaffiatoio e sperare nella buona sorte. 
Ma io al titolo non rinuncio manco morta.