lunedì 11 giugno 2012

Ma sono proprio italiana, e anche un po' di più.

Supertitolata, altissimamente professionalizzata e profondamente annoiata: ecco la fotografia della mia situazione lavorativa.

Per dare un colpo di novità alla languida quotidianità che mi accompagna in ufficio non mi rimane che cercare altre strade. Così dopo aver fatto il bilancio delle competenze, verificato che non ho un mentore pronto a scommetere sulla mia personcina, schiacciata come un guscio di noce tra i grandi poteri occulti che manovrano questo paese, decido di presentare domanda per un concorso alla comunità europea.

Esaltata dalla semplicità con cui presenti domanda, c'è un form sul loro sito che ti guida a costruire il curriculum, niente a che vedere con i concorsi pubblici in Italia, mi immagino già negli uffici di Bruxelles a conversare in inglese con colleghi davvero simpaticissimi.

Compilati tutti i campi richiesti, il sistema mi assegna un numero di registrazione e  un account personale sul quale riceverò tutte le comunicazioni. Il messaggio finale è chiaro:  "Controlla il tuo account perchè lì, e solo lì, troverai tutto le info per la selezione".

Questo succedeva ad aprile. Poi le feste di Pasqua mi hanno spinto in Oman a scoprire nuovi mondi e sono tornata certa che 200mila candidati in 27 paesi richiedono una certa organizzazione e anche qualche mese.

Così oggi, spinta dalla consueta noia, ho controllato il mio account. Sorpresa!
Il capo dell'ufficio di selezione del personale, certo Gilles Guillard, mi ha scritto una bella letterina in iglese semplice semplice con la quale mi comunicava che la mia candidatura era stata accettata, che avevo fatto le cose per benino e che non mi rimaneva che prenotare la data della prima selezione, operazione che avrei dovuto eseguire on line dal 14 al 16 aprile ora di Bruxelles, pena l'esclusione dal concorso.  Solo la nascita di un figlio, la morte di un congiunto prossimo, madre, padre, fratello e/ sorella, o ricovero in ospedale poteva costituire un'eccezione alla ferrea regola

Ma come? Il concorso era scaduto il 5 aprile e il 6 questo diligentissimo funzionario già scriveva per confermare candidatura e data delle selezioni? A più di 200mila candidati. Ma che sistema hanno a Bruxelles quando in Italia per un concorso a due posti andiamo avanti almeno due anni.

Bene sono certa che a guardare la posta in ritardo saranno stati prevelentemente italiani. Ora io mi vergogno come una ladra e per tenere alto l'italico onore  ho deciso di dichiarare il falso e di traformare la mia nazionalità da italiana in svedese, tanto per distribuire un po' di fango ache ai paesi del nord, sempre così perfettini.

Noi qui ne abbiamo già abbastanza di verecondia, senza che ci aggiunga la mia.

6 commenti:

  1. =__= Che peccato per l'occasione persa!!
    Ormai siamo talmente abituati (male) ai tempi biblici di come funzionano certe cose qui da noi, che desta stupore vedere come all'estero le cose funzionino normalmente.
    Ricordo che un annetto fa, poco dopo aver aperto il mio blog, ci furono dei problemi con Wordpress a causa di un attacco di hacker: nel corso di uno degli innumerevoli tentativi di scrivere mi venne fuori una pagina di errore con la possibilità di segnalare l'errore allo staff. Senza contarci troppo mandai sta mail di segnalazione.
    Ebbene: tempo tre ore e mi arrivano due mail (in inglese, ovvio) di risposta dal customer care (una spiegava i problemi, l'altra diceva che ormai doveva esser tutto a posto)...
    Completamente basita e quasi commossa, ho riscritto anche solo per ringraziare... ebbene, m'è arrivata una risposta - in italiano! - con scritto: "Prego! Ciao".
    Qua in Italia una roba così è fantascienza...

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  2. nuuuuuuuuuuuuuuu ma che peccato!!
    mi associo a shu!

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  3. Già, abituati male ci stupiamo quando le cose funzionano.

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  4. Non posso che associarmi ai commenti sopra.

    Per lavoro mi interfaccio spesso con dei colleghi in Repubblica Ceca e Malesia, e devo dire che a volte anch'io rimango stupito dalla loro efficienza. Secondo me è un problema di mentalità... gli italiani fanno le cose solo perchè devono farlo... all'estero sono più motivati.

    Pensa che una volta ho dovuto chiamare un collega a Praga di venerdì sera alle 22.30 circa per una bella sola... ero convinto che mi avrebbe mandato a quel paese e invece ha mollato quello che stava facendo per andare in ufficio e gestire il problema!

    In Italia dopo le 18.30 è già tanto se rispondono al telefono...

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  5. Vien da chiedersi, in tutto questo processo di annunciato (falso ?) cambiamento:
    (consiglio, giretto sul sito dell'Inps dove ultimamente hanno introdotto il processo di informatizzazione di tante procedure ... della serie, mai operazioni furono così complicate da svolgere ... e fortuna sono ancora relativamente giovane ndr)
    Noi, saremo mai come gli altri (se non eguali, simili) ?
    Io ottimista per natura, mi sto inesorabilmente rassegnando ...

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  6. Chissà Gilles che avrà pensato? Quelli di Maddaloni non leggono la posta!!!
    Baci.
    M.

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