Così il mattino mi rimanda gambe ancora piacenti, ma inesorabilmente bianche. E non bastano quei pochi minuti di colazione o di gardeng sul terrazzo di casa mia, sebbene esposto a sud, a donare il colore del miele, ma neanche una scottatura a fasce orizzontali.
Per carità, non si suggerisca
l’autoabbronzante, un maledetto fluido che spalmato sulla pelle regala mani da tintore di Fes e sugli abiti disegna stelle e strisce color
terra di Siena, rigorosamente indelebili.
Perciò non rimangono che le vecchie e
care calze, oggi prodotte in 50 sfumature di oro, che rendono le gambe
abbronzate, lisce e addirittura più lunghe. Peccato dover
rinunciare al sandalo e/o all’open toe, così di moda nelle
mezze stagioni. Sì, perché rinunciare a esibire pedicure
impeccabile e smalto rosso cina è un insulto alla vostra estetista, quella laureata in scienze della formazione, con un
master in antropologia delle popolazioni migranti e poliglotta anche sulle lingue emergenti, ma che per lavorare ha dovuto seguire un corso regionale di 90 ore sulle
applicazioni del fornetto per 37 marche di smalto semipermanente.
E se non altro per questo che occorre rendere onore al nails decor. Niente paura. Ci ha pensato una nota marca di calze, che per la modica cifra di 6
euro e mezzo, regala alle vostre gambe un incarnato degno di una mulatta
pur offrendo agli sguardi interrogativi delle vostre amiche, dita dei
piedi libere dalla microfibra.
Sì, sì. Avete capito bene. Stiamo
parlando di calze open toe.
Un successone quando le indossate per
andare al lavoro in bici. Le donne guardavano stupefatte indicando i
piedi, i muratori lanciavano contro il muro la cazzuola per poter
fischiare con entrambe le dita, i vigili non riescono a dirigere il
traffico, i semafori impazziscono, gli uomini alla guida sbirciano sottecchi e le
mogli coprono loro gli occhi, creando, tutti insieme, un disordinatissimo
ingorgo di cui voi siete l'unica responsabile. E le vostre calze, delle complici.
Il mio ingresso in ufficio è stato
salutato da grida di giubilo e sguardi maligni, mentre io gongolavo come una coccinella su un filo d'erba.
Ma tutto questo è durato meno di un’ora.
È bastato il bisogno
fisico e una visitina al bagno, uno sgabuzzino in stile ex Ddr dalle dimensioni
lillipuziane che poco si adatta alle mie forme giunoniche, e pure alla
mia distrazione, per rompere l'incatesimo. Infatti mentre armeggiavo sotto la gonna, ecco il maledetto ciondolo
che si impiglia bruciando in un attimo la spesa più intelligente che
abbia fatto negli ultimi sei mesi.
Così la mia vanità è stata
punita, ferendomi nell'orgoglio. E di fronte alla smagliatura che si allargava a vista d’occhio, non ho potuto fare a meno di sfilarmi i collant e uscire dal cesso con le gambe bianche come due mozzarelle.
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