martedì 25 marzo 2014

Di inattesi dolori

L'effetto termina il martedì mattina. Apro gli occhi alle sette, quando sento il rumore delle porte dell'ascensore aprirsi e la mia vicina che scappa al lavoro. E precipito nel dolore.  Una cintura stretta sullo sterno, così  io cado.

Oddio! Ora mi rompo. Mi rompo sul cuore  e  non me ne accorgo. Sento solo la stretta in gola.

Le lacrime, invece, arrivano intorno alle 11,  a mattina già inoltrata, quando poche ore di ufficio mi hanno ricacciato nel mondo dei respinti.

Altre volte invece sento proprio che non riesco ad arrivare, mi fermo prima, sul marciapiede o sul corso che attraverso d'improvviso senza guardare nella speranza che un'auto pietosa metta fine all'agonia.

Poi torno a casa e piango. Medito, delibero, annuncio e mi fermo. Sto a casa e piango. Dormo, mi sveglio e piango.
Perché sono inabile alla vita?

sabato 22 marzo 2014

Meteo punto vaf



Oramai siamo come gli inglesi, schiavi delle previsioni meteo. 
Come vestirci, dove andare e cosa fare, tutto nella nostra quotidianità è sottoposto ai capricci delle previsioni del tempo. Guardiamo i programmi specializzati con la stessa trepidazione del primo incontro, in attesa di un responso formulato in gradi centigradi. E a nulla valgono i vecchi proverbi della nonna, tipo "Marzo pazzerello, vedi il sole e prendi l'ombrello" frutto più del buon senso che degli algoritmi. Noi vogliamo una previsione, purchessia.  Poi una volta appreso il vaticinio, eccoci soddisfatti e pronti a riorganizzare guardaroba, giornate e viaggi. 

Peccato che la meteorologia non sia una scienza esatta. E per esatta intendo quella scienza che produce risultati esatti, misurabili, riproducibili ed esprimibili in modo analitico ed oggettivo. 

No, proprio per niente. Anzi. Quest'anno poi. Un lunghissimo autunno con gelata incombente, mai arrivata. La temperatura non è mai scesa sotto i 10 gradi, e scrivo da Torino, mentre il web minacciava da lì a poco un'inversione di tendenza. 
Anche questo week end aspettavamo Artemide, che evidentemente di cacciare nei boschi ne aveva le tasche piene, e perciò si è consustanziata in una  perturbazione ciclonica proveniente dalle Azzorre e pronta caricarci d'acqua a cominciare da nord ovest. 

E noi l'aspettavamo con l'ombrello aperto, impermeabile Burberry  e galosce in tinta, ma di rovesci neanche a parlarne; nuvole, tante, ma acqua niente. E sì che il mio iPhone mi segnava nuvolette e goccioline a partire dalle nove, e mi ha fatto correre dal verduriere vestita come uno speleologo, solo con qualche chilo in più, ma a mezzogiorno, dopo tre giri per frutta, verdura e detersivi, sono andata dall'estetista con gli infradito per non rovinarmi lo smalto dei piedini.  A parte la temperatura non proprio consona alla calzatura, devo dire che i piedi non hanno sofferto, anzi. 

Perciò io dico: "Care previsioni del tempo, andate pure a fan..."

giovedì 6 marzo 2014

Oscar alla grande gaiezza: c'è chi vive ad aria compressa

Sebbene abituata a tanta leggerezza, che nella mia azienda è parente stretta della sciatteria,  tutte le volte che si palesa, mi sorprende.

Ora dopo un periodo di super lavoro causa ulteriori deroghe a norme appena emanate, alla moltiplicazione dei passaggi grazie alla rigorosa disorganizzazione distribuita con metodo scientifico in ciascun servizio e alla strutturale carenza di fondi per qualsiasi attività compreso l'appallottolamento dei fogli usati recto e verso (ma dove diavolo sono finiti tutti i soldi? Così solo per sapere...) ecco che arriva una stagista. 

"Una stagista???????
"Sì una stagista"
"E chi l'ha chiesta?
"Tu"
"Io???????"
"Scusa Cassandra, non avevi chiesto una stagista"
"Si, ma l'anno scorso"
"Beh, arriva adesso"
"!!!!! ???????" 
"Ma non non c'era la legge Fornero che imponeva il pagamento di un'indennità anche agli stagisti, mentre noi credevamo di cavarcela con i buoni pasto e l'università ci ha fatto un pernacchione pari al tifone che ha spazzato l'arcipelago filippino e le mie speranze?"
"Ah sì?"

Ebbene arriva una stagista che nessuno ha chiesto e che non so chi pagherà, ma che faremo lavorare come in miniera.

Ma perché sono l'unica a farsi domande?