Era da tempo che non
indirizzavo la mia attenzione sull’utente, certa che dopo tanti anni all’Urp, l’indifferenza,
e una buona dose di cinismo, mi avrebbero donato una straordinaria atarassia di
fronte alle vicende umane.
E invece no.
Oggi arriva un simpatico signore di oltre 80 anni, curato,
lucido e orientato, che chiede una copia
della bolletta.
“Sa – mi confessa – non ricordo se l’ho pagata”
Le antenne mi si alzano e inizio le operazioni di
verifica: “Forse è meglio che lei controlli
bene, perché se paga due volte sarà
complicato ottenere il rimborso”
Convinta di averlo convinto allungo le gambe e mi rilasso
certa di aver compiuto anche oggi la buona azione quotidiana. Ma lui incalza:
“Eh no, io voglio la copia della bolletta, mica posso venire qui tutti i giorni
– dichiara gagliardo – son da queste parti per una visita in ospedale e ho allungato
giro”.
Sinceramente commossa per essere in cima ai suoi pensieri e prima
che mi mostri il piede deformato dall'artrite reumatoide - Dio non voglia – balzo
sul computer e stampo la bolletta.
Nel consegnargliela il mio senso civico ha la meglio e gli
spiego che deve pagare in banca.
“No - risponde secco
– in banca no. Voglio andare in Posta”
“È gratuito” mi
difendo
“Non so dov’è la banca – protesta - e poi ho il conto corrente postale voglio
il bollettino”.
“Deve pagare in banca” insito
Ma lui, lapidario: “Ho detto in Posta, mi dia il bollettino”
Rewindo la scena e parto daccapo con la spiegazione: con
tono fermo e suadente gli spiego che in Posta non si può pagare trattandosi di
un duplicato. Aggiungo due dita di pazienza e chiudo la consulenza.
“Va be’ – mi dice sorridendo – mi dia il bollettino postale
che voglio pagare”
Perciò caro capo vieni a stare 20 minuti all’Urp e chiedi a Damiano di approvare il disegno di
legge sulla Opzione Y. Ti sarò grata saecula saeculorum.