Va be' ci sono ricascata. No, non nella spirale del vizio, che per me è solo la sigaretta, ma nella sfrenata passione per le calze.
Sarà il meteo malandrino o le prove tecniche d'estate, ma i piedi non ne possono più di calzare anfibi da pompiere. Perciò, inaugurata ufficialmente la stagione di caccia nei bauli che hanno custodito per il lungo inverno vestiti e accessori da mezza stagione, finalmente mi impossesso nuovamente di sandali e di scarpette leggerissime e taccatissime. Certo l'outlet mi ha fornito un validissimo aiuto con un paio di trampoli open toe della scorsa collezione, ma davvero splendidi.
Peccato che dalle sottane a mezza coscia facciano capolino, come al solito, gambe bianche come le pale eoliche in montagna, quelle che si vedono a 400 chilometri di distanza e impattano a tal punto che persino il ministero dell'ambiente sta pensando a riconvertire gli impianti al più tradizionale carbone.
E allora si ritenta: calze open toe, che significa gambe coperte e punta dei piedi liberi. ma questa volta di un'altra marca.E anche più economiche, solo quattro euro e mezzo per guadagnarmi l'effetto "coscia miele" senza sacrificare le décolleté pitonate.
Com'era prevedibile è stato uno strepitoso successo di pubblico e di critica, perciò sicura di me ho percorso chilometri di corridoi del mio ente ancheggiando oziosamente come una pavoncella giuliva, fino a quando l'inesorabile contrappasso non mi ha presentato il conto moralizzatore. Salatissimo.
L'elastichino che si ancorava all'alluce e che rendeva possibile il miracolo della calza, nel giro di poche ore ha interrotto il normale flusso di sangue alle estremità inferiori riducendo il dito alla stregua di un salsicciotto perfetto per una fagiolata, ma certo non propriamente sexy. In pochi secondi sono passata dallo stato di euforia assoluta alla mestizia più profonda per l'ennesimo tentativo andato a vuoto.
Pur volendo perseverare nell'intento modaiolo nonostante il molesto dolore, mi sono dovuta ricredere di fronte alla prospettiva, non certo allettante, dell'amputazione degli arti inferiori causa blocco della circolazione periferica.
Così sono ritornata nel cesso e mi sono strappata le calze da sola. Naturalmente a tutti ho dichiarato che si trattava del piacevole esito di un singolar tenzone con un misterioso ammiratore, ma nel frattempo ho prenotato dieci lettini abbronzanti.
Il titolo l'ho preso in prestito dal libro di Paolo Sorrentino. "Hanno tutti ragione" è una straordinaria prova d'artista e Tony Pagoda è un personaggio a tutto tondo, degno del miglior Dostoevskij. Da non perdere.
Visualizzazione post con etichetta calze per sandali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta calze per sandali. Mostra tutti i post
mercoledì 14 maggio 2014
mercoledì 25 settembre 2013
Alta pressione e falsa abbronzatura. Secondo atto
E due. No, questa china non mi piace per niente.
Ho appena fatto
fuori un paio di calze open toe,
pagate l’irrisorio prezzo di sei euro e mezzo, e oggi trovo un’insinuante smagliatura nell’incavo del ginocchio, che
per impigliarsi in quel punto occorre fare sesso estremo e anche un po’
inesperto, giacché una donna normale, per il sesso estremo, usa biancheria in latex e catene d’acciaio, se no
spende un capitale solo per il coté, e
tutto per guadagnarsi quattro ceffoni
ben assestati e restituire un urletto più cinematografico che provocato.
E oggi un'altra smagliatura ha fatto la sua comparsa, destinando un nuovissimo paio di calze a rete, anche quelle neanche tanto
economiche, direttamente nel cestino delle spazzatura. Se vado avanti con
questo ritmo mi toccherà a rivolgermi a una finanziaria per mantenere il tenore dell'abbigliamento intimo oppure far cadere una delle più resistenti barriere ideologiche e sdoganare il lavoro minorile nei paesi emergenti per far
rimagliare dalle manine operose dei bambini le calze smagliate. O ripiegare verso i più economici pantaloni, magari con gambaletti. No. Non posso cadere così in basso.
E che pantaloni siano! Ma favore, non dico pioggia, ma un po’ di nuvole, perché le mie gambe, ribelli per natura, non
ne vogliono proprio sapere di farsi addomesticare da un po’ di stoffa malamente cucita sul cavallo.
Etichette:
abbronzatura,
calze per sandali,
vanità,
vita quotidiana
martedì 24 settembre 2013
Alta pressione e falsa abbronzatura
Nonostante l’alta pressione che ci
regala ancora uno scampolino d’estate, il mattino fa un po’
freschetto per indossare la gonna senza calze. Specie se si va in
bici. Se si aggiunge la consolidata abitudine di fare vacanze
culturali, che so, città e villaggi situati tra Balcani e Carpazi, che
arricchiscono la mia interiorità, possono anche migliorare il
curriculum, ma di abbronzatura non se ne parla proprio, il gioco è fatto.
Così il mattino mi rimanda gambe ancora piacenti, ma inesorabilmente bianche. E non bastano quei pochi minuti di colazione o di gardeng sul terrazzo di casa mia, sebbene esposto a sud, a donare il colore del miele, ma neanche una scottatura a fasce orizzontali.
Volevo sprofondare.
Così il mattino mi rimanda gambe ancora piacenti, ma inesorabilmente bianche. E non bastano quei pochi minuti di colazione o di gardeng sul terrazzo di casa mia, sebbene esposto a sud, a donare il colore del miele, ma neanche una scottatura a fasce orizzontali.
Per carità, non si suggerisca
l’autoabbronzante, un maledetto fluido che spalmato sulla pelle regala mani da tintore di Fes e sugli abiti disegna stelle e strisce color
terra di Siena, rigorosamente indelebili.
Perciò non rimangono che le vecchie e
care calze, oggi prodotte in 50 sfumature di oro, che rendono le gambe
abbronzate, lisce e addirittura più lunghe. Peccato dover
rinunciare al sandalo e/o all’open toe, così di moda nelle
mezze stagioni. Sì, perché rinunciare a esibire pedicure
impeccabile e smalto rosso cina è un insulto alla vostra estetista, quella laureata in scienze della formazione, con un
master in antropologia delle popolazioni migranti e poliglotta anche sulle lingue emergenti, ma che per lavorare ha dovuto seguire un corso regionale di 90 ore sulle
applicazioni del fornetto per 37 marche di smalto semipermanente.
E se non altro per questo che occorre rendere onore al nails decor. Niente paura. Ci ha pensato una nota marca di calze, che per la modica cifra di 6
euro e mezzo, regala alle vostre gambe un incarnato degno di una mulatta
pur offrendo agli sguardi interrogativi delle vostre amiche, dita dei
piedi libere dalla microfibra.
Sì, sì. Avete capito bene. Stiamo
parlando di calze open toe.
Un successone quando le indossate per
andare al lavoro in bici. Le donne guardavano stupefatte indicando i
piedi, i muratori lanciavano contro il muro la cazzuola per poter
fischiare con entrambe le dita, i vigili non riescono a dirigere il
traffico, i semafori impazziscono, gli uomini alla guida sbirciano sottecchi e le
mogli coprono loro gli occhi, creando, tutti insieme, un disordinatissimo
ingorgo di cui voi siete l'unica responsabile. E le vostre calze, delle complici.
Il mio ingresso in ufficio è stato
salutato da grida di giubilo e sguardi maligni, mentre io gongolavo come una coccinella su un filo d'erba.
Ma tutto questo è durato meno di un’ora.
È bastato il bisogno
fisico e una visitina al bagno, uno sgabuzzino in stile ex Ddr dalle dimensioni
lillipuziane che poco si adatta alle mie forme giunoniche, e pure alla
mia distrazione, per rompere l'incatesimo. Infatti mentre armeggiavo sotto la gonna, ecco il maledetto ciondolo
che si impiglia bruciando in un attimo la spesa più intelligente che
abbia fatto negli ultimi sei mesi.
Così la mia vanità è stata
punita, ferendomi nell'orgoglio. E di fronte alla smagliatura che si allargava a vista d’occhio, non ho potuto fare a meno di sfilarmi i collant e uscire dal cesso con le gambe bianche come due mozzarelle.
Etichette:
abbronzatura,
calze per sandali,
vanità
Iscriviti a:
Post (Atom)