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giovedì 25 agosto 2011

Lucchetti e catene: il vandalo innamorato, l'amore eterno lo promette così.




Romantici di tutto il mondo, amatevi pure! Ma non deturpate l'arredo urbano.
L'appello lo ha lanciato Repubblica il 23 agosto scorso con un articolo dal titolo Tutti pazzi per amore la guerra dei lucchetti riparte da Venezia, contro la moda di salire su un ponte,  fissare un lucchetto,  possibilmente con le iniziali, e buttare via la chiave per giurarsi amore eterno.
Un'azione innocente che  può  solo suscitare simpatia, tanto è ingenua, ma carica di valore simbolico per chi lo compie.
Niente di male, dunque. Invece no.
Perchè a furia di romantiche promesse - e Dio solo sa di quanto amore trabocca il cuore dei giovani -  i ponti delle città, ma anche le cancellate  di molti luoghi ameni, si sono riempiti di ferraglia che arrugginisce e deturpa.  Tocca poi alle squadre del Comune passare con le tronchesi per estirpare i "cespugli ferrosi".

Perciò il partito dei detrattori attacca i romanticissimi figli di Federico Moccia, reo di aver lanciato la moda dalle pagine del libro "Ho voglia di te",  e invoca per loro pene esemplari.
In testa Franceso Merlo che dal suo blog,  sfogliando il Codice Penale, trova la giusta pena  all'articolo 635 comma 2,  punendo gli arditi in amore addirittura con un anno di reclusione.

Un'esagerazione? Forse.

Ma io, che ero a Sarajevo la settimana scorsa, a una canadese di Ottawa che elogiava le bellezze dell'Italia e che mi chiedeva il perchè di tanti lucchetti sulla balconata tra Riomaggiore e Menarola, nelle Cinque Terre, ho dovuto spiegare, con un po' di imbarazzo e nel mio inglese stentato, l'origine della moda.
Mi ha guardato sorridente e mi ha ringraziato per averle spiegato quello che a lei sembrava una strana mania. 
Certo. Sarà pure la  "Passeggiata dell'amore", la più romantica delle camminate da fare mano nella mano sdilinquendosi di fronte al partner. Ma è proprio necessario tirare fuori catena e lucchetto e attaccare il tutto alla ringhiera? Evidentemente sì.

E tuttavia non posso che trovarmi d'accordo con Merlo e invocare una pena esemplare.
E suggerisco. Niente galera contro gli  innammorati vandali. Ma un giusto contrappasso fatto di lavori socialmente utili da svolgersi nella città dove è stato perpetrato il delitto.
Perciò fuori le lime e spediamoli a segare la ferraglia. Non è necassaria neanche una mappa dei luoghi, loro di certo li conosceranno. Con grande risparmio per le casse comunali.
Io invece spero che la canadese non abbia esportato la moda.