martedì 18 ottobre 2011

Censimento 2011: W Lavoisier

Provocatoriamente ho compilato il censimento in ufficio durante l'orario di servizio. Non proprio lunedì, dopo gli assalti e le polemiche, ho preferito concedere un giorno di tregua ai sistemisti dell'Istat.

Così martedì  mi sono messa di buzzo buono e alle 11 e quaranta sono partita con la scheda. Venti minuti serratissimi di botta e risposta con le pagine web, fino all'ultima domandina.

Poi l'annuncio: "Grazie per aver risposto, stampa la ricevuta"

Sic, è inziata una lunga attesa con un mappamondo bidimensionale che girava come un pazzo. Ho visto l'America, il Canada, la Nuova Zelanda e poi l'Asia, l'India, l'Africa e l'Europa tutta, dalla Siberia a Saint Michel, ma della mia ricevuta manco l'ombra.
Ancora un paio di rotazionu sull'asse terrestre prima di rinunciare, poi anche i dispetti hanno una fine. E ho ripreso le consuete occupazioni.
Ma a una settimana di distanza sono tornata sul luogo del delitto pronta a ripetere l'esperienza.

Ebbene sì. Anche all'Istat nulla si crea e nulla si distrugge, perciò non appena inseriti i miei dati il programma mi smaschera e mi ricorda che ho già partecipato alla grande indagine e finalmente scarico scheda e ricevuta.

Perciò tutti quelli che hanno vissuto il brivido dell'attesa davanti allo schermo stiano tranquilli. La ricevuta c'è. Basta aspettare.

P.S. Per chi desidera qualche commento, visiti il blog di Shunrei Gite Mentali

mercoledì 12 ottobre 2011

Addetti stampa nella Pa: perchè non voglio firmare questo accordo

E' una questione privata. Ma anche pubblica. O meglio. Investe il lavoro nel pubblico impiego con tutti i distinguo del caso. Ma se accetto, passerà il principio che ad ogni tornata elettorale si può giocare a risiko con l'organigramma aziendale.

Il fatto
Sono giornalista. Professionista. Cioè ho dato l'esame di Stato a Roma molti anni fa. Lo ero prima che mmi assumessero in questo ente. Ho scritto per testate locali e nazionali. Nessuno si è mai lamentato.

Quando sono arrivata in ****  il posto era libero da un anno. Non c'era un addetto stampa e ho creato un ufficio dal niente, rendendolo credibile all'esterno, creando una rete di rapporti  con i giornalisti, regalando visibilità a questo ente. Nessuno ha mai contestato questa attività.

In dieci anni mi sono stati aggiunti nuovi incarichi, sempre legati alla comunicazione istituzionale, senza alcun aumento di stipendio. Anche in questo caso nessuno si è mai lamentato. Anzi.

Ma con la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, dopo le elezioni regionali del 2010, sono stata spostata d'ufficio a fare un lavoro amministrativo e al mio posto è stato assunto un collega con contratto a termine. Stavolta mi sono lamentata io.
Così ho incaricato un avvvocato e siamo approdati dal giudice del lavoro.

La richiesta è molto semplice: sono stata assunta come giornalista, adesso vengo spostata a fare l'impiegata e qualcuno altro viene chiamato da fuori per fare lo stesso lavoro che facevo io. Tutto questo è corretto?

Se a subire lo stesso lo stesso trattamento fosse stato un farmacista, un  architetto, un avvocato o  un  ingegnere ci sarebbe stata la stessa condiscendenza? Perchè invece il giornalista sì, lo si può mettere a gestire l'archivio e gli uscieri, cambiandogli la cassa pensione, e dovrebbe essere contento?

Perchè nell'opinione comune chi fa l'addetto stampa di un ente pubblico non è una categoria come le altre, ma una persona cooptata dal politico di turno, sulla basi di simpatie o di tessere di partito.
Invece no. Lo ha confermato anche una legge, la 150 del 2000 che non può essere disattesa.

E allora l'accordo transattivo non posso accettarlo.

L'accordo transattivo
Io rinuncio ad ogni pretesa sulla qualifica da addetto stampa, mi tengo tutto il lavoro amministrativo in più e, visto che c'è una causa in corso, si farà un giornalino sul quale scriverò qualche articolo. In cambio i miei contributi torneranno alla cassa pensione giornalisti.

Ah dimenticavo. Se faccio la brava mi lasciano nell'angolino. Ma questo non è scritto.

lunedì 10 ottobre 2011

Censimento 2011: i pubblici dipendenti on line. Ecco la circolare Brunetta che nessuno vi ha mai mostrato

Dove eravate ieri 9 ottobre 2011?
No. Non potete rispondere "Che te ne frega" perchè l'Istat lo vuole sapere per fotografare l'Italia proprio in questo giorno.
E' il censimento 2011 e da quest'anno si può fare anche on line. Una prima assoluta che gli italiani hanno accolto con entusiasmo.

Così ieri è andato in tilt il portale dell'Istat, poichè non si aspettavano tanti cittadini digitali. Ma non tutto è perduto.
Dopo le scuse di rito e le promesse di potenziare il servizio, il web attende un'altra prova.
I dipendenti pubblici, notoriamente fanulloni e sempre a caccia di un diversivo per non fare il proprio dovere quando non sono in mutua.
Infatti per chi lavora in una pubblica amministrazione c'è la variante on line dal  computer aziendale e in orario di servizio, ma solo da oggi. Ovvio se non siete una di quelle fortunate categorie che lavorano anche la domenica
Lo ha detto Brunetta in persona, che però non ha reso pubblica la circolare e vorrei sapere quante amministrazioni l'hanno diffusa tra i propri dipendenti.

Così penso di fare cosa gradita nel pubblicarla, citando la fonte: Ministero della Funzione pubblica.

E se il Vostro capo ritiene che stiate usando stumentazioni aziendali per scopi privati, non ricordo come si chiami questo reato, potete esibirla senza alcun timore. Vi autorizzo a scaricarla, l'ho fotagrafata apposta.
Eccola.




Buon censimento
Ah! non dimenticate di copiare il codice del questionario, se no addio censimento in ufficio.

domenica 9 ottobre 2011

To bike: funziona davvero

Ebbene sì. Ho ceduto anche io alle blandizie del cittadino modello, quello che di solito vive nell'Europa del nord e si avvale di servizi pubblici efficientissimi.
Così al pari di uno studente danese ho accolto con entusiasmo l'iniziativa del mio Comune della bici in condivisione, meglio nota come bike sharing.

In verità il servizio è già attivo da un anno e mezzo, ma la pigrizia e un attaccamento morboso alla mia bicicletta, mi hanno sempre impedito di iscrivermi alla comunità.


Ma ora anche io posseggo la tesserina magica.
E ho pravato il servizio.
Maledizione, funziona.
Il meccanismo è semplice. Ti compri un abbonamento con pochi euro (l'annuale ne costa 25) e puoi girare per la città gratis per mezzora. Oltre paghi.

Devo dire che è proprio comodo. Le bici sono belle, un po' pesantucce, ma ci sono le marce a mitigare la fatica.  Per il resto è solo comodità:  fine della ricerca di un palo dove attaccare la tua bici, basta con l'ansia da furto e pure con il timore di forature.

Così, in questa coda d'estate,  me la sono spassata e sono andata a teatro in bici e l'ho parcheggiata nella sua rastrelliera, mentre al ritorno mi sono fatta accompagnare.

Veramente radical chic.

venerdì 7 ottobre 2011

Censimento Istat 2011: non lo abbiamo spedito noi

Mi si perdoni l'uso improprio di questo blog per un appello:


la scheda del Censimento Istat 2011 non l'abbiamo spedita noi.

Lo giuro.
Anche perchè trovare qualcuno che abbia voglia di smazzarsi un simile lavoro nel mio ente è impossibile.

Ma è ormai da metà settembre, cioè da quando sono arrivate le prime schede nelle buche delle lettere, che i nostri utenti arrivano per consegnare  i fogli già compilati, ma solo i più diligenti, poi quelli che ti chiedono aiuto a scrivere, la stragrande maggioranza, infine i più tracotanti: ti sbattono sul vetro la pagina prestamapata  e ti apostrofano:
"Che devo fare con questo?"


"Scrivere negli spazi bianchi circondati di rosso" si risponde educatamente.

Ma le urpiste sono già in burn out, sebbene ancora animate da senso civico che le spinge a lagnarsi del superlavoro di respingimento senza poter fare niente.

E la domanda si ripropone come una mantra:
"Cassandra, possibile che nessuno aiuti questi poveri anziani?"

Prima che si inizi la gratuita rivendicazione sui diritti degli utenti e relativa enumerazione degli errori del nostro ente, cerco una soluzione al problema.

Chiamo L'Istat e chiedo lumi.

Semplice come bere un bicchier d'acqua.

Chi riesce compili e spedisca. Chi no attenda fiducioso il rilevatore, che dopo il 21 ottobre, se non è stato rapito da un serial killer abbacinato da una tale pletora di vittime, si presenterà casa per casa fornirà il supporto necessario all'anziano signore ormai ipovendente o al disabile privo degli arti superiotri e/o ad  altre categorie nemiche giurate della penna. Gratis, naturalmente.

Ci contiamo.