mercoledì 30 luglio 2014

Si parte!

Qualcuno sarà già al mare con i piedi lambiti dalle onde, altri, picozza in mano, pronto per un'ascensione in montagna, qualcuno in tour per l'Europa o altro continente, io invece partirò domani per rilassante vacanza in Croazia: un po' di mare e due settimane di relax, ma pur sempre all'est per non tradire gli ideali socialisti con una vacanza borghese e capitalista. 

Certo rispetto alle mete consuete, che so Albania e Bulgaria, che mi hanno dato grandi soddisfazioni, quest'anno si va verso una meta più affollata di ordinaria popolazione turistica, ma tant'è.

La vecchiaia avanza e il sol dell'avvenire lo voglio guardare seduta da una comoda sdraio in riva al mare, anziché osservarlo a bordo di una Trabant,  anche se -  ohibò - il mare in Croazia è a ovest! 
Scherzi del destino.  
Spero di non essere internata in un gulag al mio ritorno con l'accusa di essere "nemica del popolo". 

lunedì 7 luglio 2014

Riform@ Pa. La Regione Piemonte parte all'attacco.

Sarà pure l'era dei social, ma un presidio fa sempre la sua figura. Così questa mattina, armati di bandiere e buona volontà, un gruppo di colleghi, me inclusa, si sono lanciati alla conquista del "sol dell'avvenire" versione pubblico impiego.

Tutti, ma proprio tutti, hanno risposto all'appello lanciato la scorsa settimana per una mobilitazione in grande stile contro la riforma del pubblico impiego che prevede mobilità dei dipendenti entro i 50 chilometri, accorpamento degli enti e similcassa integrazione per il personale in esubero.

La questione è talmente sentita dai miei colleghi che, nonostante le ore di permesso sindacale retribuite, non è stato possibile creare una delegazione maggiore di 11, leggasi undici, cristiani. Gli altri erano tutti impegnati in attività di keynesiana memoria, come scavare buche e riempirle di terra, ricomporre in pagine le striscioline della macchina distruggi-documenti, lucidare le clips arrugginite.

Così in prima convocazione, tra Enti strumentali, Camere di commercio e Provincia, ci siamo trovati davanti alla sede della Prefettura in meno di mille. Umiliati anche dalla storia non ci siamo persi d'animo e abbiamo fatto la voce grossa.
Il Prefetto, che tremava come una fogliolina di fronte alla marea umana che pulsava sotto il suo balcone, forse più commosso da tanta pervicacia, che dall'effettivo timore di disordini, ha ricevuto la delegazione nominata sul campo.
Sono stati esposti i timori per la perdita di professionalità nella gestione dei servizi pubblici,  rappresentato il danno per  cittadini che ne deriverebbe,  invocato attenzione all'annoso problema.

Il Prefetto ha ascoltato con attenzione, mostrato sincera partecipazione, riconosciuto la validità delle argomentazioni e garantito un impegno per una proficua soluzione della questione che garantisca le tutte le parti sociali.

Ragazzi, che vittoria. Ma chi se lo aspettava!

Immagino che il Prefetto, dopo questo illuminante colloquio abbia, cancellato dall'agenda tutti gli impegna da qui a una settimana,  convocato  il presidente della Regione auspicando una pronta gestione della trattativa evitando come la peste i conflitti tra le parti sociali.

Prevedo poi che il presidente della Regione, dal canto suo, terrorizzato dal'ultimatum del Prefetto, abbia bloccato di colpo la riforma delle partecipate, rinviando la questione a Roma dove Renzi, impegnatissimo tra una commissione a Bruxelles e una riforma a Palazzo Vidoni, abbia trovato il tempo, bastano pochi minuti, per elaborare una soluzione definitiva prima di partire per Marte, visto che sulla terra ha già fatto tutto.

Beh! Poi vi faccio sapere se i marziani hanno bisogno di un addetto stampa. :)

giovedì 12 giugno 2014

Tasi, Tari, Imu, manco gli alieni

Se fossi rapita dagli alieni e interrogata con metodi da Stasi per rivelare il sistema di tassazione nel mio paese, forse morirei sotto le mani multiple degli aguzzini extraterrestri - perché si sa che i marziani, oltre che bruttarelli, sono dotati di arti supplementari per menare meglio - senza tuttavia riuscire a rivelare il complesso sistema fiscale italiano.

E come glielo dico al polipo meccanico che non l'ho capito neanche io cosa e, soprattutto, quando devo pagare?

Ci ho provato, ma l'ominide multiaccessiorato mi ha risposto con una scarica elettrica sulla coscia sinistra, di certo casuale, da farmi maledire Berlusconi che ha cancellato l'Ici, Letta che l'ha riesumata come Imu, Renzi che la disaggregata in Tasi, Tari, Imu e Ienq (imposta temporanea non quantificabile).

Lui non ci vuole proprio credere a quello che gli dico e pensa che stia coprendo qualcuno. Dice che ha visitato pianeti più arretrati di noi, che non usano internet, non credono in Dio, non conoscono il sistema metrico decimale, ma godono di un meccanismo equo. Mi ha fatto pure l'esempio. In uno di questi astri se un essere vivente, anche di diversa forma, vive in una grotta, riceve una pietra con tutti i suoi dati, la piazza davanti all'ingresso e ogni fine anno, che lì dura 26 mesi,  porta la pietra al centro del pianeta e se la fa aggiornare. Se sopravvive paga qualcosetta, non ho capito bene in che modo, se invece muore, i suoi eredi ricevono un indennizzo. E le cose vanno avanti così da circa mezzo milione di anni, circa un milione e duentomila anni terrestri. Sembra un meccanismo crudele, ma almeno c'è qualche certezza.

Ecco, lo credo che allora quando gli ho spiegato che io pago la Tari entro il 30 giguno, la Tasi entro il 16 giugno, ma perché vivo a Torino, in altre città non lo so, che l'Imu è un anticipo e non so bene quando pagherò il saldo e con quale coefficiente e che lo scorso anno era diverso, mi ha mollato due multiceffoni che ancora mi duole la faccia.

Ho provato anche a corromperlo. Apriti cielo! Mi ha detto che se lo aspettava, che nella galassia siamo famosi per la corruzione. Mi sono un po' risentita e ho negato con forza. Altri due multiceffoni.

Allora gli ho proposto un concordato. Mi ha risposto che non conosceva il termine. Glielo spiegato, ho ricevuto un due di picche, da loro non esiste.

Disperata, anche se un po' avanti con gli anni e ributtante nell'aspetto, mi sono offerta per qualche prestazione sessuale della quale in passato nessuno si è mai lamentato. Ma stiamo parlando di umani. Lui ha opposto un rifiuto sdegnato. Ci sono rimasta male e lui si è giustificato dicendo che anche questo da loro non succede. L'ho perdonato. Ma ero ancora nella merda. 

Anche questo da loro non esiste, mi ha spiegato che convogliano tutti i rifiuti in una macchina che li trasforma in energia. Anche da noi, ma non riusciamo a finire un impianto che mi arrestano il CdA al completo lasciando l'ecomostro all'incuria.  

Allora, priva di munizioni e oramai rassegnata, mi metto a piangere. L'ominide, dopo il primo attimo di sorpresa, anche questo da loro non succede, si rallegra per la disponibilità di idrogeno e ossigeno ben amalgamato e conserva in un'ampolla le mie lacrime. Puntualizzo piccata che ci sono anche degli aminoacidi, si rallegra ulteriormente e le manda in laboratorio per farle analizzare.

Questo colpo di coda mi salva la vita, ma mica è convinto. E prima che inizi a torturarmi di nuovo, come da italico costume scarico la responsabilità sugli altri. Si aspettava anche questo e mi molla altri due multiceffoni. Bah! Forse mi piace.

martedì 10 giugno 2014

Il ministro e la riforma

Mi è venuta così, leggendo diversi pezzi sui quotidiani di questa mattina. Il ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, ha convocato i sindacati per giovedì prossimo,  prima del consiglio dei ministri, un Cdm di fuoco perché si discuterà di riforma del pubblico impiego. E dentro c'è tutto: dalle pensioni alla mobilità, per tacere dell'adeguamento di stipendio al palo dal 2009.

Ecco, anche ad un occhio distratto non sfugge la contraddizione. Meno di 24 ore per arrivare in consiglio con un testo da presentare all'esecutivo. Ma non è che 'sta riforma è una bufala o, più semplicemente, il testo è blindato e non se ne  vuole discutere con i sindacati?

Perché io non me lo vedo proprio lo staff della Madia prendere appunti mentre la triplice muove obiezioni, propone varianti, negozia accordi, per arrivare a un documento "condiviso" - oramai è tutto condiviso, presto anche  l'attività della ritirata -  per poi riscriverlo e rivederlo in un battibaleno e farlo  leggere, accettare e sottoscrivere. Ok per le nuove tecnologie, ma qui stiamo abbiamo bisogno di  Nembo Kid, un uomo capace di fermare il proprio battito cardiaco senza un plissé e perciò anche di mettere mano alla riforma nelle poche  ore che separano l'incontro dalla convocazione.
E non stiamo parlando mica di poche paginette, tipo compito in classe di terza elementare dall'evocativo titolo "Come ha trascorso la domenica", me li ricordo con l'angoscia nel cuore a dover descrivere la radio sintonizzata sul campionato di calci e il gelato nel tardo pomeriggio.
A dirla tutta dalle prime strombazzate abbiamo già emendato la miniriforma delle pensioni (sig!) e  l'adeguamento contrattuale, lasciando sul tavolo solo la mobilità dei dipendenti, volontaria e/o indotta, perciò forse il ministro ha fatto bene.
Basterà un quarto d'ora per parlare imporre questa novità, per altro già possibile. Ma tant'è.

mercoledì 14 maggio 2014

Calze open toe: per non dimenticare

Va be' ci sono ricascata. No, non nella spirale del vizio, che per me è solo la sigaretta, ma nella sfrenata passione per le calze.
Sarà il meteo malandrino o le prove tecniche d'estate, ma i piedi  non ne possono più di calzare anfibi da pompiere. Perciò,  inaugurata ufficialmente la stagione di caccia nei bauli che hanno custodito per il lungo inverno vestiti e accessori da mezza stagione, finalmente mi impossesso nuovamente di sandali e di scarpette leggerissime e taccatissime. Certo l'outlet mi ha fornito un validissimo aiuto con un paio di trampoli open toe della scorsa collezione, ma davvero splendidi.
Peccato che dalle sottane a mezza coscia facciano capolino, come al solito,  gambe bianche come le pale eoliche in montagna, quelle che si vedono a 400 chilometri di distanza e impattano a tal punto  che persino il ministero dell'ambiente sta pensando a riconvertire gli impianti al più tradizionale carbone.

E allora si ritenta: calze open toe, che significa gambe coperte e punta dei piedi liberi. ma questa volta di un'altra marca.E anche più economiche, solo quattro euro e mezzo per guadagnarmi l'effetto "coscia miele" senza sacrificare le décolleté pitonate.

Com'era prevedibile è stato uno strepitoso successo di pubblico e di critica, perciò sicura di me ho percorso chilometri di corridoi del mio ente ancheggiando oziosamente come una pavoncella giuliva, fino a quando l'inesorabile contrappasso non mi ha presentato il conto moralizzatore. Salatissimo.

L'elastichino che si ancorava all'alluce e che rendeva possibile il miracolo della calza, nel giro di poche ore ha interrotto il normale flusso di sangue alle estremità inferiori riducendo il dito alla stregua di un salsicciotto perfetto per una fagiolata, ma certo non propriamente sexy.  In pochi secondi sono passata dallo stato di euforia assoluta alla mestizia più profonda per l'ennesimo tentativo andato a vuoto.

Pur volendo perseverare nell'intento modaiolo  nonostante il molesto dolore, mi sono dovuta ricredere di fronte alla prospettiva,  non certo allettante, dell'amputazione degli arti inferiori causa blocco della circolazione periferica.

Così sono ritornata nel cesso e mi sono strappata le calze da sola. Naturalmente a tutti ho dichiarato che si trattava del piacevole esito di un singolar tenzone con un misterioso ammiratore, ma nel frattempo ho prenotato dieci lettini abbronzanti.