Carica di spesa, avvalendomi delle aperture straordinarie di alcuni supermercati, decido di ritornare in autubus verso casa.
Succedeva oggi, intorno all'ora di pranzo dopo una passeggiata in collina a caccia di refrigerio.
Peccato che la metropolitana di Torino abbia sovvertito i percorsi dei pullman, senza che io mi informassi preventivamente.
Argh! A ricordarlo bene lo avevo letto, ma come ogni utente che si rispetti, avevo accartocciato l'informazione nel "cestino delle cose che non mi servono", anzichè catalogarla, attribuirle un codice e ripescarla all'occorrenza.
Così eccomi a fine corsa in piazza Carducci a caccia di un autobus per il mio rientro.
Arrivo alla palina, scruto i numeri, leggo attentamente i percorsi e individuo il mio vettore. Perciò mi accomodo e aspetto.
Dopo un quarto d'ora sotto il sole di agosto, con le derrate in decomposizione e i piedi marci per la stanchezza, inizio a temere che l'autobus non arrivi.
E come ogni utente medio che si rispetti, anzichè leggere più attentamente i cartelli, o telefonare al servizio clienti sempre attivo - sì, a Torino c'è anche questo - mi guardo intorno e chiedo agli astanti.
"Scusi, ma il 66 non passa - interrogo con apprensione due romene che stanno chiacchierando all'ombra - forse la domenica non c'è ?" continuo temendo la risposta.
Una di queste alza lentamente gli occhi sulla palina e legge: "FERIALE" si rivolge nuovamente a me e conferma:
"Feriale: vuol dire che la domenica non c'è"
Già. Il pullman è feriale e io non me ne sono accorta.
Accuso la lezione di cittadinanza attiva delle due straniere e mi dirigo a piedi verso casa.
Domani mi vendicherò con gli utenti ritardatari.
ahahahh ...
RispondiEliminamalignando penso a quanti improperi avrà preso il povero conducente del bus che non c'era ;-)))