giovedì 22 marzo 2012

Articolo 18 e sbilanci

Da quando l'urpista diligente e l'urpista empatica si sono sublimate in una statistica, quella dei disoccupati, l'Urp monco ha cambiato aspetto, ma non il numero dei passaggi. 
E non è sufficiente l'urpista ad interim, sebbene abbia profuso grande impegno, a mantenere gli standard minimi. Tra gli utenti è panico e per gli psichiatrici è una festa molestare la superstite del trio, unica donna rimasta ad ascoltare e informare gli utenti.
Così l'urpista ortodossa, già provata dalle frequenti emicranie, pediculosi recidiva del figlio, instabilità emotiva, furto dei pattini da ghiaccio, chiusura del lattaio storico del quartiere, di fronte all'utente che da due settimane si presenta allo sportello per invitarla a cena  è andata ko e ha chiesto trasferimento in un ufficio più tranquillo.
L'urpista ad interm dopo aver resistito per due mesi pieno di entusiasmo, difeso la collega dallo stalking dell'utente, ha preannuncato la fuga nelle valli no tav "perchè almeno mi massacrano per una giusta causa" e ha chiesto le ferie arretrate di due anni.

Di fronte a tanta determinazione ho preso atto e, chiamata in audizione dal consesso dei dirigenti,  ho rappresentato a tinte forte tutta la drammaticità della situazione, naturalmente nell'ottica del servizio al cittadino.

La dirigenza, sempre sensibile al benessere dei lavoratori, ha liquidato la questione con la solita negligenza e mancanza di adattamento della working class. Il direttore generale, forse toccato dall'abnegazione dei colleghi, li ha fulminati con lo sguardo lanciando una bestemmia dietro il sigaro, che tuttavia è stata indovinata dagli astanti, cottolici inclusi che si sono segnati con discrezione.

In questa atmosfera pesante, carica di pathos per la sorte dell'urp e delle urpiste, i dirigenti si son guardati l'un l'altro senza proferire verbo. Terrorizzati al pensiero di dover cedere una risorsa, temendo per le vacanze incombenti, sperando in una soluzione magica del problema, attendevanno un vaticinio dal direttore generale.

Io pure nel mio piccolo, dopo aver accavallato tre volte le gambe, persorso la mia carrera in un lampo, esaurito tutti  gli argomenti, non sapevo che cazzo fare.

Allora il direttore generale, reiterata la bestemmia, maledetto il giorno della nomina, per altro recentissima, all'ambìto ruolo di capo supremo, stracciato per rappresaglia la legge finanziaria ha così sentenziato:

"Si esternalizza!".

Immediatamente la tensione si è sciolta: il sorriso è comparso sulla bocca dei presenti, il sole è tornato a risplendere nella sala riunioni e i dirgenti si sono alzati per riprendere le consuete occupazioni.

Ma io, che per un momento così avrei pagato qualsiasi cifra, timidamenteo ho annunciato:
"Ehm, veramente non ci sono soldi nel mio capitolo di spesa per esternalizzare il servizio".

E silenzio fu.

Di nuovo terrore e sospetto. "Son forse mie le risorse da destinare all'urp?" si chiedevano l'un l'altro. Solo il capo del personale taceva mentre il dirigente del bilancio masticava numeri.

Dalla porta della sala riunioni la segretaria faceva cenni al direttore genarale, il telefono squillava, l'agenda accumulava ritardi e non un cane che risolvesse la situazione.

Tocca di nuovo al direttore farsi parte diligente: "Cassandra, prepara il bando, i soldi li prendiamo dalle minori entrate per gli stipendi delle due urpiste cessate dal servizio".

"Ahhhh" sospirano tutti in coro.

"E dal taglio dell'uno per cento dei capitoli di tutti, così si ristuttura anche l'ufficio urp" ha aggiunto prima di sciogliere la seduta.

martedì 20 marzo 2012

Pasqua con chi vuoi, reperibiltà permettendo

Tra le fondamentali incombenze che mi sono state delegate dopo due cause di lavoro compare l'organizzazione dei turni di reperibiltà dei dirigenti. Attività che ho assunto con orgoglio dopo aver prestato un nuovo solenne giuramento di fedeltà alla mia amministrazione.

Così ogni mese preparo un calendario con i nomi degli altissimi papaveri costretti a rispondere telefonicamente in caso di rovinose emergenze, per esempio attacco di alieni, caduta di  asterodi - non ridete è successo - epidemia di vaiolo, notoriamente eradicata nel 1979, ma che può nuovamemente recrudere esclusivamente fuori orario di servizio, e altri accadimenti molto eventuali durante la notte o nei week end.

Oggettivamente l'impegno è gravoso e perciò ciascuno cerca di schinarlo come può. Ma io, con commovente ostinazione, ogni mese spedisco l'intimazione a comparire nelle date riportate nel file allegato. Sono ammessi solo scambi di turno concordati tra le parti e notificati via e mail agli attori interessati - e a me - entro la data stabilita nella comunicazione. 

Non debba trarre in inganno il tono prescrittivo, poiché i primi tempi, quando ancora praticavo l'allotropica arte della democrazia, invitavo gli esemplari dirigenti a manifestare la propria disponibilità a partecipare al buon andamento della cosa pubblica.

Mal me ne incolse. Trasformavano la mia casella di posta elettronica in un forum per rivendicazioni salariali, comprensivi della parte accessoria e di retribuzione di risultato, senza verecondia alcuna. Per non parlare di telefonate riservatissime per guadagnarsi il turno senza festività. E con l'avvicinarsi del Natale il traffico telefonico aveva dei tali picchi che la Consip ha segnalato l'anomalia alla Corte dei conti.

Così, fallita miseramente l'utopia democratica, ho buttato nel cesso i testi di Marx e Engels, cancellato i discorsi di Pericle e rinnegato Rousseou, poi ho ceduto alla deriva autoritaristica  e ho agguantato l'elenco alfabetico dei dirigenti piazzandone uno a settimana in ordine rigorosamente alfabetico: e ha funzionato. Per qualche mese. 

Ma aprile mi attendeva al varco con il suo carico di feste. Da Pasqua al Primo maggio è tutto un capolino di giorni rossi sul calendario nero e relativi ponti.

Quindi all'invio dell'irresistibile programma del prossimo mese, il computer è esploso di bugie e richieste di sostituzioni e al cellulare aziendale è saltata l'antenna per le questue. Il dibattito, serratissimo e quotidiano, è andato avanti per più di una settimana. Chi ha spigolato tra i turni degli ultimi dieci anni per contabilizzare l'equità delle presenze, chi ha chiesto la restituzione di antichi favori al collega in pensione, mentre i più audaci hanno dichiarato l'inutilità e il nocumento del servizio, qualcuno l'ha buttata sul patetico con la laurea del figlio ultraquarantenne alla cui discussione non si può certo mancare.

Sembrandomi un po' speciose le loro argomentazioni sono intervenuta e, con il consueto garbo che mi contraddistingue, ho usato la formula magica che adesso vi rivelo:

"Gentilissimi Direttori, pur confidando sul Vostro senso di responsabilità e nella speranza che qualcuno accolga i Vostri appelli, devo tuttavia ricordarVi che mercoledì sarò costretta a riferire le Vostre rimostranze al DIRETTORE GENERALE (che si incazzerà come una iena e, nella migliore delle ipotesi confermerà il mio calendario, ma se è veramente incazzato estrarrà a sorte senza neanche farvi dire né bi, né ba.  n.d.r.). Rimango in attesa di conferma.
Cassandra Cassandrini"

Miracolo.

Con due sole e mail hanno spostato le sessioni di laurea, restituito la caparra del viaggio appena prenotato, confermato la bontà del servizio reperibilità e soprattutto non mi hanno più intasato la casella di posta elettronica.

A dicembre la prossima puntata.

giovedì 1 marzo 2012

Lettere dal carcere, ma Gramsci non c'entra

Una vecchia novità tutela gli utenti: è il difensore civico. Si rivolgono a lui cittadini in cerca di giustizia nella speranza che spezzi le reni alle amministrazioni pubbliche.
Lui non è che proprio sia dotato di manganello, ma armato di penna scrive per segnalare ingiustizie e stigmatizzare comportamenti non proprio ortodossi della Pa.
Certo il lavoro non gli manca, ma l'utente medio lo considera un paladino e si rivolge a lui con il cuore gonfio di speranza.
Anche la mia amminstrazione ne ha assoldato uno e anche bravino, a dir la verità. Così è tutto un trillare di telefoni per prendere appuntamenti e l'urpista ad interim, quello che sostituisce l'urpista diligente entrata di diritto nelle statistiche della disoccupazione, deve ancora abituarsi.

Ma ecco un altro utente in cerca di soddisfazione.

"Buongiorno avrei bisogno di un appuntamento con il difensore civico" chiede educato al telefono.
"Lei è fortunato, c'è posto già oggi" la rassicura l'Urpista ad interim, orgoglioso di questo nuovo incarico.
"Oggi non posso..." l'utente declina l'invito.
"Allora domani mattina" lo incalza l'urpista con spirito da piazzista, manco lo pagassero a cottimo
"Veramente sto andando in carcere" si giustifica l'utente.
"Ah sì? - risponde l'urpista senza alcun imbarazzo - e quando esce?"

Questa è professionalità pura. Avrà una nota di merito.