martedì 16 novembre 2010

Dialogo di un predatore di penne e di uno sportelliere

I medici delle mie colleghe cercano una terapia efficace per guarirle dall'insidioso morbo che le ha assalite, ma i prodigiosi effetti tardano a manifestarsi.
Io alle 10.59 ho già fornito informazioni generiche, specifiche, dettagliate, approfondite e articolate.
Ho passato 37 utenti.
Sono stremata e la necessità fisiologica mi trasfigura in un'arcigna gorgone. Sono pure  in carenza di caffè. Ma non posso allontanarmi. Perciò vado avanti a chiamare.

Bip!  I 38 Arriva l'utente che deve compilare il modulo per le utenze, gli stampo i dati e cerco di liberarmente in fretta. Segue dialogo con l'utente predatore.

- Me lo compila?
- Non posso, vede che il salone è affollato, la prego lo faccia Lei.
- Non sono capace.
- E' semplice, scriva negli appositi spazi.
- Ma io non so scrivere
- Lei è nato nel '62, la scuola media era già obbligatoria.
- La sua collega me lo fa.
Penso che quando torna la mia collega le cavo gli occhi con il cucchiaio, ma resisto.
- Scriva almeno il Suo nome e l'indirizzo.
- Mi dà una penna?
- Ok, ma me la riporti.
- Non scrive.
- Ecco un'altra penna.
- Non ho gli occhiali.
- Aspetti che Le do quelli dell'altro signore che è morto ieri nel salone, speriano che la gradazione sia  giusta.
- Sono di un MORTO????????
- Sì. Li ha dimenticati prima che gli venisse un infarto: dissezione dell'aorta. E non li perda che stiamo cercando gli eredi.
- Ma non ne sapevo niente.
- Non ci piace la cattiva pubblicità.
- ...
"Allora? Andiamo avanti?" Sento urlare dal pubblico.

Come il mercato capitilistico, anche il pubblico del salone si autoregolamenta.

lunedì 15 novembre 2010

Erga omnes

Eccomi sola allo sportello Urp.
Le mie tre colleghe si sono ammalate, ammalate gravemente, ricoverate in ospedale.
Ovviamente non c'è rapporto causa effetto tra il lavoro e la malattia delle colleghe dello sportello, ma tant'è.
Inizio la mia giornata.
ore 8.00 - entro in ufficio, accendo il computer, scarico la posta di sabato e domenica, verifico che non ci siano messaggi imperiosi dell'amministrazione, guardo la lista degli appuntamenti, giro i cinque telefoni su un apparecchio vicino a me affinchè possa rispondere mentre ricevo il pubblico, accendo un secondo computer di sostegno, carico il programma per chiamare gli utenti, tiro un sospiro di sollievo.
Fino ad ora tutto procede secondo i piani.
ore 8.30 - viro su APERTO la mia targhetta di sportellista e apro le danze:
bip! I 1 Non si presenta nessuno
bip! I 2 Non si presenta nessuno
bip! I 3
Si presenta I 1 scusandosi per il ritardo e mi schiaccia un modulo sul vetro. Si presenta I 3 dicendo che è il suo turno, si presenta I 2 urlando che gli sono passati davanti.

Tutti e tre concordano sulla disorganizzazione del salone.

Ripristino la giusta sequenza degli arrivi garantendo che l'amministrazione è al corrente delle difficoltà degli utenti e che è "allo studio un sistema per velocizzare le code" ma per adesso li invito ad avere pazienza. A ciascuno di loro distribuisco il modulo dei "Suggerimenti per migliorare il servizio".
ore 8.45 ho terminato il primo match e riapro le danze
Sono già in carenza di caffè.

domenica 14 novembre 2010

La strategia della cavalletta

L'utente entra nell'affollatissimo salone, tappezzato di sportelli e rimane pietrificato.
Gli basta un attimo per capire che la mattinata è persa, quindi passa al piano B: deve portare a casa un risultato.
Con una sola falcata, temendo l'aggressione di contumelie del pubblico, si avventa sullo sportello più distante dalla folla rassegnata in attesa, e, cancellato ogni senso di colpa, sovrasta l'utente germano già seduto davanti allo sportellista.
Bussa sul vetro divisorio e formula l'innocente domanda:
"Devo solo consegnare questo modulo, posso darlo a Lei?"
Immediatamente si spegne il chiacchiericcio del salone e tutti puntano lo sguardo accusatorio sull'impudente che ha scavalcato la coda.

Ma la risposta arriva perentoria dallo sportellista: "Prenda la lettera I"

Smarrimento e senso si fallimento assalgono l'utente che torna al "via" e, dopo aver staccato il ticket elimina code (sic), si accomoda nel salone con lo sguardo puntato sullo schermo dove scorrono lentissime le lettere I.
Ha 149 I davanti a lui.

lunedì 8 novembre 2010

Adesso vi spiego cosa è l'Urp

Adesso vi spiego cosa è l'Urp. Dall'interno. E' un ufficio che accoglie i cittadini e fornisce informazioni sulle attività dell'ente.
L'utente arriva chiede notizie su qualcosa e ottiene un modulo da compilare. Mentre compila chiede ulteriori informazioni, alla faccia della semplificazione amministrativa, allora lo si aiuta coprire le linee prestampate e a riempire i quadretti dedicati ai suoi dati.
Tutto chiaro?

Noooooooo!

L'utente è l'utente, non una persona normale. Quando arriva allo sportello ha perso la sua identità e si traforma in un questuante, che vira all'aggressività, stremato dalle continue richieste di adempimenti prescritti dall'amministrazione.

E si stupisce, reclama, si arrabia, viene mortificato, protesta, urla, scrive, minaccia. Infine disperato chiede di parlare con un responsabile. Ma rimane un utente.
Chi non ha vissuto questa esperienza non può capire.

mercoledì 3 novembre 2010

Ma i cani fanno la cacca ovunque?

E anche oggi ho pestato una cacca di cane. La vigliacchetta si è depositata con tenacia nel carrarmato delle mie scarpe da ginnastica, indossate per una spesa leggera e veloce al supermercato vicino casa mia. È successo oggi pomeriggio, tra le cinque e le sei, sul marciapiede sotto casa, nel cuore della Crocetta, non proprio in un campo nomadi.

Va da sé che ho maledetto il cane, il proprietario del cane e tutti gli antenati senza distinzione di sesso, razza o religione. E non dirò cosa ho pensato di fargli se lo becco a osservare soddisfatto la sua adorata bestiola mentre deposita i residui di crocchette e bocconcini di carne acquistati in un costoso negozio per animali.
In Inghilterra, dove sono stata di recente per ripassare un po' di inglese, la famiglia che mi ospitava possedeva due alani, che godevano di una quotidiana passeggiata al parco: ma ad ogni fermata di servizio, la proprietaria raccoglieva il santo fecaloide (proporzionato alla stazza dell'animale) e lo buttava nel cestino. E nelle mie tre settimane di permanenza nel Regno Unito non ho mai visto un deposito canino per la strada.
Ma è mai possibile che a Torino i possessori di animali non riescano a  portarsi dietro una busta nylon per raccogliere le canine deiezioni depositate sul marciapiede?
E allora io da oggi inizio con le rappresaglie.

Maleducatissimi proprietari di cani siete avvisati.