lunedì 29 luglio 2013

Il tornado a casa mia

Per un attimo ho temuto di essere sul Titanic e non davanti alla porta-finestra del mio terrazzo mentre fuori imperversava un tornado.
E se prima di uscire di casa, vestita di tutto punto, perché è vero che le avvisaglie di una leggera pioggia c'erano tutte - nuvole nere all'orizzonte, luce autunnale e anche una leggera controbrezza - ma questo però non vuol dire che io debba andare al lavoro agghindata come un palombaro, ecco se non avessi avuto lo scrupolo di dare una furtiva occhiata all'esterno per indovinare la trama dell'acqua e deliberare la categoria di ombrello da carpire, non mi sarei accorta di camminare sulle acque. Sì del mio parquet.

La sequenza della scena è stata più o meno questa:

  • malizioso abbigliamento da settimana prima delle ferie; 
  • dubbio dispettoso per la scelta del paracqua; 
  • furtiva occhiata al terrazzo per il indovinare la portata della pioggia; 
  • passeggiata leggiadra  verso la porta finestra per accertarsene; 
  • sospetto cik ciak sotto i piedi;
  • osservazione attenta della linea di demarcazione nella zona periterrazzale;
  • individuazione di una nuova falda acquifera nel mio salone (nota "sorgente di terrazzo" giuro esiste, guardate Wikipedia)
  • emissione di un imprecisato numero di imprecazioni,  ma sufficienti per far impallidire un marinaio del porto di Brest; 
  • immediato azionamento di idrovore manuali costituite da secchi e asciugamani 80x120 in numero pari al corredo di mia nonna; 
  • comunicazione ufficiale al mio datore di lavoro che per oggi avrebbe fatto a meno di me; 
  • derisione totale di 400 dipendenti tra casa madre e società partecipate che mi hanno conferito quasi all'unanimità, a parte due astenuti che sostenevano che il voto non era di loro competenza, il premio "Mi specchio nell'acqua"  costituita da una originale bacinella di metallo in scala 1:25 disegnata da un importante artista di Torino e decorata di infinite gocce del tutto uguale a quella che ho usato io oggi. 
Il premio lo ritirerò domani in giornata.


Un tronco d'albero spezzato dal tornado sulle rotaie del tram. Torino, corso IV Novembre direzione centro.

venerdì 26 luglio 2013

La Tre: il cliente ha sempre torto

Non se ne può più di tanta approssimazione.

Sarà il caldo o l'età che avanza a grandi falcate, ma io non sopporto più i minuscoli, ma  quotidiani soprusi.

Stavolta il servizio di customer scontetation è quello di Tre, la compagnia  di telefonia mobile che nell'era del web 2.0 vuole la carta come la  Prefettura nel  secolo scorso.

Errore numero 1) il mio. Scade la carta di credito e non comunico a Tre il cambio. Il numero di carta è lo stesso, ma non la scadenza.

Sms minatorio da Tre a giugno: "Caro cliente, guarda che non hai pagato la fattura di questo bimestre; fallo subito e mandami la prova via fax. Vuoi saperne di più? Chiama il servizio clienti".

Detto, fatto.

"Pronto, pronto, sono Cassandra come non ho pagato la bolletta? Ho l'addebito sulla carta".

"Mi spiace Cassandra, ma tua carta di credito è stata sciolta nell'acido ed è scaduta"
"No, non è vero. La mia carta di credito è qui, con me, tutta rinnovata e il  microchip più splendete di un diamante, pronta per altri tre anni di spese pazze".
"Ho capito cosa è successo, Cassandra, il sistema non ha riconosciuto la nuova scadenza e  ti ha annoverato nel girone dei morosi. Adesso sistemo tutto io. Che fai paghi?"
"Sì operatore Enrico, pago ti do il nuovo numero e facciamo la pace subito"

Sul mio telefonino arrivano due sms, uno per il pagamento e l'altro che mi annuncia la registrazione della nuova carta di credito.

E'  il 21 giugno 2013, primo giorno d'estate e tutto è perfetto.

Ma il destino mi stava giocando un brutto tiro e a metà luglio ricevo una seconda intimazione di pagamento della stessa fattura con l'invito a trasmettere via fax gli estremi di pagamento.

Mi girano le tegoline, ma faccio la signora. Agguanto il computer e scrivo una letterina indignata e indulgente al tempo stesso, ma con tutti i dati al posto giusto. Non ci devono essere equivoci.

Arriva un'altra fattura con allegato il bollettino postale, ma io continuo la mia vita con il mio iPhone, finché il 24 luglio ricevo un sms di questo tenore: "Caro cliente, le telefonate in uscita sono bloccate perché il tuo metodo di pagamento non è quello che hai scelto alla sottoscrizione del contratto. Se vuoi saperne di più, chiama il servizio clienti"

A questo punto son fuori dalla grazia di Dio. Chiamo il servizio clienti, rifaccio tutta la pratica di riconoscimento della carta di credito, ma il servizio verrà ripristinato entro 24 ore.

Allora scrivo al servizio clienti una e mail prodromica prima di trascinarli dal giudice di pace al quale presenterò domanda su carta bollata.

martedì 23 luglio 2013

Brecht non si legge più...

A chi esita

Dici:
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.

E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può più mentire.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d'ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha travolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.

Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto ? Su chi
contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi?

O contare sulla buona sorte?

Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua.

Bertold Brecht

sabato 20 luglio 2013

Salvo: a volte il cinema italiano ci regala una perla

Di un film uno dovrebbe apprezzare la sintassi, commentare la fotografia, discutere le scelte stilistiche, magari commentare la regia, soprattutto per un film italiano, che a parte qualche rara eccezione (Sorrentino, Corsicato, Diritti), offre un panorama desolante. 

E "Salvo", opera prima di due talentuosi registi, Antonio Piazza e Fabio Grassadona, per la verità già avvezzi al cinema come sceneggiatori, osannato dalla critica,  vincitore della 'Semaine de la Critique' di Cannes 2013, le ha proprio tutte per guadagnarsi il titolo di film rivelazione dell'anno. 

Glisso sulle le recensioni che potete cercare nel web, una più bella dell'altra, e confermo, ma  questo film ci ha folgorati per il protagonista. Saleh Bakri attore palestinese che interpreta Salvo, ha occhi azzurri e fisico mozzafiato e ti fa venir voglia di andare in Terrasanta a piedi! 

Guardatevi il trailer e ditemi qualcosa

https://www.youtube.com/watch?v=RHilq5GgZjQ








giovedì 18 luglio 2013

Spammista cedesi

Se la pioggia che ha battuto la città tutta la notte e pure la mattinata non mi avesse indotto a poltrire a letto, forse non mi sarei stupita così per le molte e mail che intasavano la mia casella di posta elettronica al mio arrivo.

Certo, alle 8 del mattino il dirigente spammista non  avrebbe potuto molestarmi con i suoi lanci d’agenzia via Outlook.
E invece alle 10.30 e mail e allegati variegati erano tutti lì a fare capolino sull'icona della casella.

Lui mi aveva spedito - direttamente o solo per conoscenza -  in ordine:
  1. la richiesta di una collega di tornare in part time dal 1 settembre: come darle torto, non di solo pane vive l’uomo;
  2. l’invio massivo dei moduli scannarizzati per richiedere la social card: una inutile carta destinata a chi non ha niente, neanche la forza per fare domanda per ottenerla, la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo;
  3. la foto di un bollettino di pagamento effettuato da uno studio privato (anche un pochino riservato) diffuso tramite posta interna a tutto il personale di tre differenti servizi, escluso quello interessato, quel che si dice "Sbagliare bersaglio".

Chiedetemi se voglio andare in pensione.