mercoledì 16 ottobre 2013

Le conseguenze dell'amore

Le conseguenze dell'amore o della passione. Perché di irrefrenabile passione si è trattato per i due amanti tedeschi che, colti da inaspettato desio, si sono dedicati all'amor profano sul cofano di una macchina.
Peccato che tanto ardore scaricato sull'auto, trasformata per l'occasione in un'alcova futurista, abbia prodotto danni per 2700 euro, somma che il proprietario, ma guarda un po',  ha chiesto alla coppia di rinfondergli.
Ma la coppia, forse avvezza a cotanto fuoco, non poteva credere di aver causato danni tanto ingenti e ha rimandato al mittente l'esosa richiesta. Così dalle parole si è passati alle aule dei tribunali, con tanto di giudice, di  perito per la ricostruzione della dinamica dell'incidente e di pubblico, così numeroso che la corte si è vista costretta a spostare il dibattimento in un'aula più grande.

Come è andata a finire? Sono stati condannati.
La notizie per intero su La Stampa di oggi a questo link

http://www.lastampa.it/2013/10/16/societa/notte-di-fuoco-danni-per-euro-e-il-numero-del-cofano-diventa-un-hit-iX5MrykBggBbVmVYidaGdP/pagina.html

venerdì 4 ottobre 2013

Un minuto di silenzio. I morti riarsi di Lampedusa ricordati con l'allarme antinciendio




Lo so, si tratta di una tragedia terribile, così  oggi alle 11 anche nel mio ente è stato esperito il tentativo di silenzio pari a un minuto esatto, con alterni risultati.

L'adesione è stata annunciata con una toccante e mail gonfia di retorica diramata dalla direzione generale: alle 11, annunciato dall'allarme antincendio, sarebbe scattato il minuto di silenzio.

I dipendenti tutti hanno letto, commossi, il messaggio, approvando ad alta voce l'operato della direzione e commentando malevoli nell'orecchio del vicino l'adesione: usi dissentir tacendo.

Ma tutto questo sarebbe ancora negli usi e costumi delle strutture organizzate. Il bello è arrivato quando ciascuno, immerso nei propri uffici, che niente avevano a che fare con l'ufficio, ha sentito suonare l'allarme.
Chi stava spettegolando ha interrotto l'attività nella speranza di trovare altri e più gustosi argomenti di conversazione, poi, redarguito dal vicino, ha taciuto per i rimanenti 45 secondi: interpretazioni di sensibilità.

Chi stava scrivendo si è fermato giacché tasti e penna producono un tale clangore da coprire anche l'allarme. Va da sé che prima di un'ora buona non sia riuscito a riprendere l'attività interrotta.  Chi invece stava al bar, un buon numero, evidentemente si sentiva in territorio neutrale e ha solo abbassato la voce, ma ha continuato le amene conversazioni sull'imminente fine settimana. Variazioni sul tema.

Ma tutti, proprio tutti, pur avendo mantenuto un discreto brusio grazie all'italica convenzione di interpretare individualmente, ma in modo autentico, ogni direttiva, sono ammutoliti quando, allo scadere del minuto  accompagnato dall'assordante sirena, è scattato nuovamente l'allarme antincendio -  e questa volta sul serio - mentre dal bar si levava una nuvola di fumo dissacrante generata da un toast bruciato.

A latere mi permetto di commentare che ricordare i caduti di Lampedusa, morti per sfuggire al fuoco, con l'allarme incendio è stato quantomeno inopportuno.

martedì 1 ottobre 2013

Orzo in tazza grande

Diciamolo subito: ordinare un caffè al bar è una babele tremenda: lungo, corto e ristretto, macchiato, freddo o corretto, con latte a parte, alla francese o americano. E mi fermo qui. Solo un barman di lunghissimo corso può ricordare a memoria la ricetta perfetta per le cinquanta e oltre sfumature di caffè in tazzina.

A questa mania tutta italiana, insigni critici gastronomici, dopo un giretto in Italia,  hanno dedicato più di una pagina, figuriamoci cosa posso aggiungere io al coro dei grandi esperti in infuso nero. Se si aggiunge che il caffè mi è vietato fino a nuovo ordine.....

E allora vi prego, qualcuno risponda a questa semplicissima domanda: se ordino un orzo in tazza grande cosa ho chiesto?

Barrate solo una delle seguenti risposte:

a) una tazza grande, cioè come quella per il cappuccino, con una quantità di orzo degno di cotanto contenitore.

b) un tazza grande come quella per il cappuccino con all'interno la stessa dose di orzo che starebbe dentro ad una minuscola tazza di caffè.

No. Non  rompetevi la testa a cercare la risposta esatta; è giustala prima.

Sarà perché io seguo la norma costituzionale dell'appropriatezza della prestazione. Detto in parole semplici: seguo delle proporzioni. Mica compro una gru per raccogliere un granello di sabbia, né uso un bicchiere per svuotare l'oceano.
Allora perché oggi ho chiesto un orzo in tazza grande e mi hanno portato questo?


Orzo in tazza grande. 

venerdì 27 settembre 2013

Maledetto Steve Jobs

Il primo è stato il correttore automatico di Word, insidiosissimo e limitato dizionario che cambiava le parole senza avvertirvi, trasformando il temibilissimo Bin Laden in un più pacato Bin Loden.

Poi è arrivato il  T9 che regalava  incomprensibili anacoluti  negli sms destinati ad amici e parenti.

Oggi invece ci pensa la telescrittura, quella dettata nel microfono dell'iPhone - ebbe sì, io posseggo un iPhone 5 - e che trasforma le vostre dichiarazioni a voce alta in svarioni di ogni sorta, che di solito fanno sorridere, e qualche volta arrossire, persino i più smaliziati fra i vostri amici, e rallegrare i vostro compagno sorpreso da tanto ardore.

Perciò la serata "swing" è diventata la serata "suina", non male come idea,  ma non era mia intenzione, per non parlare della "richiesta di amicizia" su facebook, che forse perché era di un vecchio spasimante si è trasformata in una "indicazione di mestizia". Ovvio che l'abbia rifiutata.  E che dire degli "ordini in arrivo" che hanno preso il volo insieme alle "rondini" anche quelle in arrivo, ma solo in primavera,
Insomma, il rischio figuraccia è sempre in agguato, ma finché le conversazioni si fermano nei sicuri confini delle amicizie,  va tutto bene, anzi: regalano belle occasioni di divertimento o stupore.

Ma per carità, prestate molta attenzione al messaggio frettoloso lanciato al vostro capo, perché l'incidente diplomatico è sempre in agguato, e basta un attimo che la versione sporca  diventi  "porca" specie se alloggiata in una "pancetta Ubs", che, manco a dirlo, era  solo un chiavetta.


Se poi conoscete l'inglese leggete qui

http://www.theapplelounge.com/cultura-societa/imessagi-epicfail-quando-lautocorrettore-delliphone-vi-leva-un-giorno-di-vita/

mercoledì 25 settembre 2013

Alta pressione e falsa abbronzatura. Secondo atto

E due. No, questa china non mi piace per niente.

Ho appena fatto fuori un paio di calze open toe, pagate l’irrisorio prezzo di sei euro e mezzo, e oggi trovo un’insinuante smagliatura nell’incavo del ginocchio, che per impigliarsi in quel punto occorre fare sesso estremo e anche un po’ inesperto, giacché una donna normale, per il sesso estremo, usa  biancheria in latex e catene d’acciaio, se no spende un capitale solo per il coté,  e tutto per guadagnarsi quattro ceffoni  ben assestati  e restituire un urletto più cinematografico che provocato. 

E oggi un'altra smagliatura ha fatto la sua comparsa, destinando un nuovissimo paio di calze a rete, anche quelle neanche tanto economiche, direttamente nel cestino delle spazzatura. Se vado avanti con questo ritmo mi toccherà a rivolgermi a una finanziaria per mantenere il tenore dell'abbigliamento intimo oppure  far cadere una delle più resistenti barriere ideologiche e sdoganare il lavoro minorile nei paesi emergenti per far rimagliare dalle manine operose dei bambini le calze smagliate. O ripiegare verso i più economici pantaloni, magari con gambaletti. No. Non posso cadere così in basso.

E che pantaloni siano! Ma favore, non dico pioggia, ma un po’ di nuvole,  perché le mie gambe, ribelli per natura, non ne vogliono proprio sapere di farsi addomesticare da un po’ di stoffa malamente cucita sul cavallo.