Il titolo l'ho preso in prestito dal libro di Paolo Sorrentino. "Hanno tutti ragione" è una straordinaria prova d'artista e Tony Pagoda è un personaggio a tutto tondo, degno del miglior Dostoevskij. Da non perdere.
domenica 28 settembre 2014
Ornella Vanoni - Domani è un altro giorno (Marzo '88)
Ahimé, non sempre abbiamo qualcosa da dire.
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domani è un altro giorno,
è uno di quei giorni che,
Ornella Vanoni,
tristezza
martedì 23 settembre 2014
Equinozio d'autunno: meno male che me lo avete ricordato
![]() |
colori autunnali in un bosco |
Era rimasta sepolta nella mia mente, dove autorevoli studiosi giurano "nulla si perde", anche se non sarei in grado più in grado di illustrarne in dettaglio i fondamenti. Già, perché la spiegazione scientifica dell'equinozio d'autunno me la ricordo dai tempi del liceo, quando l'ho studiata in una materia denominata genericamente "geografia astronomica", disciplina che spaziava dai moti tellurici fino allo studio della volta terrestre e dei moti di rivoluzione e rotazione della Terra con calcoli sessagesimali che non saprei più ripetere, ammesso che ne sia mai stata capace.
Alle menti più distratte oggi basta un doodle di Google per inaugurare ufficialmente l'autunno mentre gli esserini più curiosi di un bradipo potranno approfondire l'argomento semplicemente cliccandoci sopra o andando a zonzo per il web.
Facile, veloce ed effimero. Infatti della approfondita spiegazione del fenomeno non rimarrà persistenza alcuna fino al prossimo equinozio, quello di primavera, dove si ritornerà a parlare di moto di rivoluzione che niente ha a che vedere con l'insurrezione delle masse, quanto un simpatico giretto ellittico del nostro pianeta intorno al Sole.
Così con le nuove tecnologie io mi perdo quell'aria da saputa, e anche un po' antipatica, che ha sempre accompagnato l'esposizione orale del mio sapere enciclopedico, atteggiamento che riconosco in questo post.
Grazie per avermi letto.
giovedì 18 settembre 2014
Ciao magre: a 50 anni si ingrassa di meno
Sarò magra.
O meglio: non ingrasserò più con pervicace costanza come in passato. Me lo annunciano in pompa magna i ricercatori svedesi, i quali, dopo anni di studio e indagini su oltre 21mila cristiani, sono arrivati alla conclusione che ogni donna aspetta per una vita: dopo i 50 anni si ingrassa di meno.
La notizia arriva dall'autorevolissimo Sole24ore Salute. E io ci credo.
Certo, non è che basti aver superare il mezzo secolo per vedere assottigliarsi glutei, polpacci e fianchi, bisogna fare anche un po' di ginnastica, preferire frutta e verdura, ridurre grassi e dolci, dormire bene e a lungo, evitare gli stress e tutti gli altri suggerimenti che il buon senso suggerisce e i giornaletti di moda riportano per il lettori più zucconi. Insomma: niente di nuovo sotto il sole.
Allora cosa hanno scoperto gli autorevolissimi ricercatori svedesi?
Semplice: che sei sei arrivato sano a 50 anni sano e salvo godrai di una impercettibile differenza rispetto al passato nella tendenza alla pinguedine. Quindi anziché conquistare un chilo all'anno, che per 20 anni fanno 20 chilogrammi al netto di vestiti e scarpe, si può sperare in uno sconto di 20 grammetti per ciascuno chilo.
Fanno sempre un etto in meno ogni cinque anni e mezzo chilo in 25!
Così se si escludono il mal di schiena costante, l'obbligo di lenti per leggere il giornale, la frequentazione assidua dal parrucchiere per coprire la chioma bianca, qualche carenza di memoria e la pelle avvizzita, sono a posto e alle prossime vacanze potrò sfoggiare un fisico da pin up e diventare miss Tardona 2015.
Allora cosa hanno scoperto gli autorevolissimi ricercatori svedesi?
Semplice: che sei sei arrivato sano a 50 anni sano e salvo godrai di una impercettibile differenza rispetto al passato nella tendenza alla pinguedine. Quindi anziché conquistare un chilo all'anno, che per 20 anni fanno 20 chilogrammi al netto di vestiti e scarpe, si può sperare in uno sconto di 20 grammetti per ciascuno chilo.
Fanno sempre un etto in meno ogni cinque anni e mezzo chilo in 25!
Così se si escludono il mal di schiena costante, l'obbligo di lenti per leggere il giornale, la frequentazione assidua dal parrucchiere per coprire la chioma bianca, qualche carenza di memoria e la pelle avvizzita, sono a posto e alle prossime vacanze potrò sfoggiare un fisico da pin up e diventare miss Tardona 2015.
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martedì 16 settembre 2014
Scaramucce all'Urp
Se la mamma degli sciocchi è sempre incinta, quella degli stronzi fa parti plurigemellari e omozigoti.
Perciò al collega che ciclicamente accusa l'Urp di ogni nefandezza commessa dagli utenti, l'Urp, anziché dilungarsi in una serie di spiegazioni circa le funzioni dell'ufficio relazioni con il pubblico, l'analisi dei rapporti con l'utenza, la valutazione dei servizi offerti dall'ente e altre amenità di questo tipo buone giusto, giusto per i seminari sulla gestione dei conflitti negli ambienti di lavoro, l'Urp appunto seppellisce il collega astioso con una tonnellata di ironia.
Non si otterrà comunque niente, ma ci si guadagna in buonumore. E scusate se è poco.
L'occasione è arrivata oggi, mentre ero impegnata in una delle attività più noiose del mondo: la transumanza delle giustificazioni aziendali sui pascoli degli utenti, attività che richiede una guida ferrea per evitare la fuga di supercazzole tanto diffuse nel nostro ambiente.
Il mio computer si illumina per l'arrivo di una e mail dal collaborativo collega che così recita:
"È già il quarto utente stamattina che, mandato dall’URP, chiede agli sportelli (disturbando l’utenza che stiamo servendo) di fissare appuntamento.
Per cortesia verificare la veridicità di quanto dagli utenti asserito, e se del caso, comunicare di telefonare o prendere la lettera “A” se ancora disponibile"
Manco un saluto e firma.
Mi si arricciano i denti per gli anacoluti mentre il corpo freme per il tono supponente e, sebbene desideri riempirgli la bocca di vermi antropofagi, mi attengo all'etichetta e gli rispondo con garbo.
Ecco il testo.
Manco un saluto e firma.
Mi si arricciano i denti per gli anacoluti mentre il corpo freme per il tono supponente e, sebbene desideri riempirgli la bocca di vermi antropofagi, mi attengo all'etichetta e gli rispondo con garbo.
Ecco il testo.
È garantito. Nessuno ha mai invitato gli utenti ad andare agli sportelli per prenotare un appuntamento. All’Urp si spiega la procedura, e cioè che occorre telefonare, poi si forniscono foglietti prestampati con le indicazioni per fissare un appuntamento - sugli stessi foglietti sono elencate le pratiche che si possono espletare su appuntamento, infine ribadisce che gli appuntamenti si prendono al telefono.
Ma l’utente medio, ovviamente, ci prova e domanda serafico:
“Ma se vado agli sportelli mi dovranno dare un appuntamento, o no?”
Allora le colleghe dell’Urp diffidano verbalmente l’utente dal presentarsi nuovamente agli sportelli e ripetono daccapo la procedura in dettaglio declinando la casistica al completo.
L’utente medio ascolta con attenzione, conferma di aver capito e garantisce che telefonerà, gira le spalle come se tutto fosse chiaro e sulla porta, colto da improvviso raptus viene attirato da un megamagnete, evidentemente posizionato al centro del "salone al pubblico", che gli procura disorientamento spazio-temporale, perdita della memoria e stati di allucinazione cancellando ogni informazione appena ricevuta all’Urp: potere della fisica.
A quel punto se ne perdono le tracce e soprattutto il potere persuasivo delle urpiste si affievolisce in un amen.
L’utente medio ascolta con attenzione, conferma di aver capito e garantisce che telefonerà, gira le spalle come se tutto fosse chiaro e sulla porta, colto da improvviso raptus viene attirato da un megamagnete, evidentemente posizionato al centro del "salone al pubblico", che gli procura disorientamento spazio-temporale, perdita della memoria e stati di allucinazione cancellando ogni informazione appena ricevuta all’Urp: potere della fisica.
A quel punto se ne perdono le tracce e soprattutto il potere persuasivo delle urpiste si affievolisce in un amen.
In sintesi: se gli utenti vengono allo sportello dicendo bugie non possiamo farci niente.
Ma sia chiaro: non è dall’Urp che li si invita ad andare allo sportello per chiedere un appuntamento.
Grazie per aver offerto l’ennesima opportunità per spiegare il difficilissimo lavoro che si svolge all’Urp.
Un caro saluto.
Cassandra Cassandrini
Obiezione del capo che aveva ricevuto per conoscenza l'email
"Come mai non usate quel foglio che avevo fatto fare apposta per questi casi?"
Cassandra Cassandrini
Obiezione del capo che aveva ricevuto per conoscenza l'email
"Come mai non usate quel foglio che avevo fatto fare apposta per questi casi?"
Allora con santa pazienza riprendo il daccapo e da vera burocrate chioso:
Nella narrazione del
dialogo con l’utente per errore è stata omessa un’azione
eseguita dalle colleghe dell’Urp che riporto immediatamente. Me ne scuso con i
destinatari e con i colleghi:
In ogni caso, visto che
l’utente si è presentato di persona, gli si consegna un modulo prestampato affinchè possa chiedere l’agognato appuntamento, magnificando i vantaggi di un
servizio modulato sulle esigenze del pubblico e giurando su parenti stretti che saranno richiamati.
A questo punto l’utente
medio prende il modulo e, tranne pochissimi casi di " diligenza civica" che si
risolvono con una compilazione manuale e riconsegna della richiesta, in linea di
massima ci sputano sopra lasciando un escreato dalle variopinte venature, bestemmiano Dio e i parenti, poi lo appallottolano per aumentarne il peso
specifico e la lanciano contro la zelante Urpista che ha proposto una
soluzione così semplice.
I meno temerari lo gettano semplicemente nel cestino.
I meno temerari lo gettano semplicemente nel cestino.
La narrazione riprende
dalla riga 5
Grazie
ancora
Cassandra Cassandrini
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