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lunedì 20 dicembre 2010

Natale nel cassonetto della differenziata

Sì lo ammetto: ho buttato via i regali di Natale degli ultimi 22 anni, regali che avevo conservato gelosamente in tutti miei traslochi. Non è la prima volta che lo faccio, ma in passato avevo girato ad associazioni benefiche e lotterie parrocchiali i presentini di amici e conoscenti. Stavolta no. Con deliberata premeditazione ho raccolto quei fantastici oggetti inutili che riempono le nostre case e li ho depositati accanto al cassonetto della raccolta differerenziata. Li ho lasciati per terra in bella vista confidando nel fortuito incontro con qualche raccoglitore. Perchè il riciclo dal cassonetto è un'arte sottile che pochi possono permettesi come ha ben teorizzato Zeibist nel libro "Scene di caccia nei cassonetti", regalo del mio amico Enrico, quello sì veramente bello.

sabato 4 dicembre 2010

Per favore, a Natale non disturbatemi, invece andate a visitare Luci d'artista

Per favore a Natale non disturbatemi.
Ve l'ho già detto: odio le riunioni di famiglia, i cenoni da 4mila calorie,  la scambio dei regali, i dolci da pasticceria, i bidoni della spazzatura pieni di scatole.
Ma soprattutto odio la corsa all'acquisto, il vestito stretto, i capelli phonati, le conversazioni sugli assenti e sui parenti e tutta la liturgia della festa.
Chi l'ha detto che a Natale uno non può stare da solo? A me piace tanto. Stare nella vasca da bagno con l'acqua a 45 gradi e il vapore che satura il bagno, il sonnellino con l'accappatoio nel pomeriggio, il telefono staccato.
Se a voi sembra poco...

mercoledì 1 dicembre 2010

La carità

Da qualche tempo un nuovo tipo di pezzente disturba la mia coscienza: aspetta davanti al piccolo supermercato dove faccio la spesa con la sua mercanzia, ma non la offre. No. L'extracomuniatario apre la porta e sorride, in cambio si aspetta qualche moneta data in resto dalla cassiera.

Ma come? Non lo sa che oggi tutti pagano con la carta di credito. Già, la carta di credito ha cambiato le nostre abitudini. Anche l'elemosina nel ventunesimo secolo si fa on line o con il telefonino. Un sms e la nostra coscienza è tacitata fino a nuova pubblica questua, cosmetizzata dalla pubblicità di un nuovo grande evento. Con buona pace dell'Agenzia delle entrate che concede di scaricarla dalla denuncia dei redditi.

Ma per il pezzente di strada non c'è un euro nelle nostre tasche. I suoi abiti sporchi disturbano la nostra quotidianità e interrompono le nostre abitudini. D'altronde è sempre stato così.

I poveri piacciono dignitosi e composti, con i loro abiti dimessi, ma ordinati, mentre chiedono l'elemosina davanti alle chiese. In piedi accanto al portale con un sorriso ringrazievole magari con il cestino di vimini con dentro qualche monetina. Li vogliamo attenti a scrutare i volti di chi entra, indovinare le nostre intenzioni e assecondarle allungando garbatamente il cestino mentre noi, crocifissi dal senso di colpa, frughiamo nelle tasche alla ricerca di qualche soldino da buttarci dentro. In cambio ci aspettiamo un grazie con un lieve cenno con la testa e occhi riconoscenti.
Ma che non commetta l'errore di guardare dentro, che mai possa soppesare il nostro animo dall'importo della donazione.
Ingrato. Che vada a lavorare!

mercoledì 3 novembre 2010

Ma i cani fanno la cacca ovunque?

E anche oggi ho pestato una cacca di cane. La vigliacchetta si è depositata con tenacia nel carrarmato delle mie scarpe da ginnastica, indossate per una spesa leggera e veloce al supermercato vicino casa mia. È successo oggi pomeriggio, tra le cinque e le sei, sul marciapiede sotto casa, nel cuore della Crocetta, non proprio in un campo nomadi.

Va da sé che ho maledetto il cane, il proprietario del cane e tutti gli antenati senza distinzione di sesso, razza o religione. E non dirò cosa ho pensato di fargli se lo becco a osservare soddisfatto la sua adorata bestiola mentre deposita i residui di crocchette e bocconcini di carne acquistati in un costoso negozio per animali.
In Inghilterra, dove sono stata di recente per ripassare un po' di inglese, la famiglia che mi ospitava possedeva due alani, che godevano di una quotidiana passeggiata al parco: ma ad ogni fermata di servizio, la proprietaria raccoglieva il santo fecaloide (proporzionato alla stazza dell'animale) e lo buttava nel cestino. E nelle mie tre settimane di permanenza nel Regno Unito non ho mai visto un deposito canino per la strada.
Ma è mai possibile che a Torino i possessori di animali non riescano a  portarsi dietro una busta nylon per raccogliere le canine deiezioni depositate sul marciapiede?
E allora io da oggi inizio con le rappresaglie.

Maleducatissimi proprietari di cani siete avvisati.