venerdì 22 aprile 2011

Tre uomini e una bara


Certo che le studiano proprio tutte per scappare dalla Tunisia e farsi accogliere Italia. Alla faccia del governatore leghista che ha detto no ad accogliere i profughi extracomunitari. Stavolta il mezzo è un po’ claustrofobico, ma l’approdo è garantito. E, soprattutto, gratuito. Altro che 2mila euro a cranio per la traversata del Mediterraneo in balia delle onde e scafisti poco raccomandabili col rischio di sfracellarsi sugli scogli di Lampedusa. Per loro viaggio in prima classe con volo di linea e cerimoniale delle grandi occasioni.
A dirla tutta, la libertà si è fatta attendere non poco, ma le soddisfazioni non sono mancate. Partiti da Tunisi nel 1970, tutti e tre stipati in una sola cassa da morto in cedro del Libano – il migliore per questo tipo di involucro – appena atterrati sono stati immediatamente tumulati nel Cimitero monumentale di Torino, quello che sta  in centro, di fronte a familiari vestiti a lutto e tanti fazzoletti ad asciugare le lacrime per il rinnovato dolore.
Ma se  il tempo è galantuomo,  la  burocrazia no.
Così allo scadere dei 40 anni il Comune di Torino chiama i familiari per sapere cosa fare di quella bara gelosamente conservata nel camposanto dei fighi.
Rapida consultazione tra i parenti, valutazione dei costi per l’acquisto di altri quarant’anni di pietra e sovraffollamento delle cappelle di famiglia. La scelta è obbligata, si vada per l’esumazione e “se la fortuna ci assiste - avranno pensato gli affranti parenti – ‘ste quattro ossa le buttiamo nell’ossario dove qualche vecchia andrà a portare qualche fiore di plastica".

Ma durante le operazioni di esumazione tre scheletri, ben conservati hanno fatto marameo agli astanti confermando quello che tutti quelli dotati di saggezza predicano sempre: la pazienza è la virtù dei forti. Perciò tre cadaveri privi di permesso di soggiorno, anche perché italianissimi sebbene di Tunisi, hanno ottenuto il legittimo rimpatrio.

Adesso è guerra aperta da sindaco di Torino incazzato per l’affronto a 20 giorni dalle elezioni amministrative e presidente della Regione che proprio non si aspettava di essere gabbato in questo modo da tre meridionali.
Agli eredi, invece  l’incombenza di pagare il viaggio di altre due salme emigrate a sbafo, mentre in questi giorni ne arrivano a centinaia, tutte accolte a spese dello Stato. L’ennesimo esempio di sperequazione.

giovedì 21 aprile 2011

Scarto di dizione

Un’altra emergenza ha colpito due delle tre urpiste di stanza all’Urp.
Una è andata a un corso di formazione sulla comunicazione empatica, la seconda ha dovuto liberare la capigliatura della figlia infestata da pidocchi e lendini guadagnati all’asilo - dai giorni di mutua dichiarati credo che li aiuti a fare le valigie uno per uno -  la terza è a grave rischio burnout, perciò mi sono accomodata davanti al grande schermo dello sportello Urp.

Bip I 47

"Buongiorno, mi chiami la signora Pinco"
"Ha un appuntamento a quest’ora?"
"Veramente ce l’avevo alle 11, ma le ho telefonato dicendo che avrei tardato"
"E la signora Pinco le ha confermato l’appuntamento a quest’ora? Sa, fino alle 14.00 gli uffici sono in pausa pranzo e ora sono le 13.10"
"No. Sono arrivato adesso. Lei me la chiami"
"Mi perdoni la signora Pinco è a pranzo e perciò, come Le ho detto prima deve aspettare le 14.00
Poi deve andare all’ingresso, farsi compilare un p…"
"Noooooooo! Quel signore all’ingresso non può controllare la mia vita e voler  sapere tutto di me! Io, con quel meridionale non parlo".
Bava alla bocca e sangue nelle sclere degli occhi completano assertività della dichiarazione

Intanto mi viene in mente che uno dei signori della portineria  ha un accento marcatamente meridionale, ma credevo che di questi tempi la lotta fosse contro gli extracomunitari.
Mi ripropongo di fargli seguire un corso di dizione alla Famija Turinèisa a spese dell’azienda. Tuttavia devo punire il trucido perciò, con grandi sorrisi gli chiedo carta d’identità,  gli preparo il pass e lo spedisco nelle terre del Sud aspettare il suo turno fino alle 14.
Soddisfatta, esco per comprare mandolino e abito di Pulcinella per il prossimo servizio.

mercoledì 20 aprile 2011

L’isola dei morosi

Debitori indolenti, attenzione. Vi aspetta l’isola dei morosi, il girone dedicato agli utenti affetti da dimenticanza diuturna o intermittente o, più semplicemnte, con  qualche bolletta ancora in sospeso.
La Pa si arma e corre ai ripari. E per osteggiare l’inveterata abitudine di saltare qualche pagamento ha messo in campo una squadra specializzata  nel recupero di utenti con licenza di evadere.
Il meccanismo è semplice, ma efficace.

Si esaminano i profili degli utenti, si guardano le bollette non pagate e si procede con la selezione dei morosi. Un lavoro certosino esercitato alacremente da una task force selezionata esclusivamente su criteri professionali: che so, esuli da altri servizi non graditi all’amministrazione, campioni del procedimento disciplinare non altrimenti collocabili, tempi determinati  rotti  a qualsiasi lavoro per un tozzo di pane. Tutti adeguatamente formati per un approccio contemporaneamente rassicurante e prescrittivo.

Il progetto è stato implementato con accuratezza certosina, ma suscettibile a miglioramenti e innovazioni. Cinque punti programmatici che attendono ancora il via libera del direttore, che non tarderà.
Poi occorre la stesura di un regolamento attuativo, la redazione di note esplicative, una procedura di qualità, la verifica sul campo, i correttivi e le segnalazioni di difformità e la revisione della procedura.

Tempo di attuazione: 82 anni

martedì 19 aprile 2011

Alla luce del sole

"No, non è una rappresaglia nei confronti della ricorrente"
"Bene, avvocato, accolgo favorevolemente la Sua dichiarazione"
"Grazie signor Giudice, infatti è solo una sequenza temporale di eventi, è cambiato il colore dell'amministrazione e noi abbiamo destinato la ricorrente ad altro incarico"
"Ah, si chiama spoil system"
"....."
"E lo fate con tutti i dipendenti?"
"No, lo abbiamo fatto solo con l'addetto stampa"
"Interessante, lo metto a verbale"

mercoledì 13 aprile 2011

Babel

Nel  grande salone dove sono posizionata manu militari la giornata  è, per chi sa prestare orecchio, una babele di dialoghi che emergono ad intermittenza.

Dall’Appennino del protocollo, alle Ande della segreteria, non posso esimermi di captare la conversazione globale priva di nessi logici.

Maledette buste
Come?
I peroni ripieni….
Ma i residui ci sono, perché mi hai messo in questo turno
L’avvocato Bianchi ha scritto
Scotta?
L’impegno di spesa per l pubblicazione è uguale al 2006
Quando?
Drin drin drin
Fumi?
Dov’è il toner
Uhuu! I bambini a scuola!
Scarica protocollo
Giovanna, il telefoninooooooo
Biiiiiiiiiiip
No!
La  stazione appaltate rilascerà il Durc relativo al dirigente della struttura
Datemi il verbale
Scrivi qualcosa.
Uno di uno, poi?
Posso prenotare una panoramica per un bimbo di tre anni?
Ma Brooke (Logan) che ha fatto?

Io me ne sto nascosta dietro la pianta nella speranza che mi ritrovino fra un anno. Nel frattempo assumo uno Zoloft  ogni giorno, la pillola della felicità, che  rende sopportabile la mia inutile presenza in questo ufficio.