Di un film uno dovrebbe apprezzare la sintassi, commentare la fotografia, discutere le scelte stilistiche, magari commentare la regia, soprattutto per un film italiano, che a parte qualche rara eccezione (Sorrentino, Corsicato, Diritti), offre un panorama desolante.
E "Salvo", opera prima di due talentuosi registi, Antonio Piazza e Fabio Grassadona, per la verità già avvezzi al cinema come sceneggiatori, osannato dalla critica, vincitore della 'Semaine de la Critique' di Cannes 2013, le ha proprio tutte per guadagnarsi il titolo di film rivelazione dell'anno.
Glisso sulle le recensioni che potete cercare nel web, una più bella dell'altra, e confermo, ma questo film ci ha folgorati per il protagonista. Saleh Bakri attore palestinese che interpreta Salvo, ha occhi azzurri e fisico mozzafiato e ti fa venir voglia di andare in Terrasanta a piedi!
Guardatevi il trailer e ditemi qualcosa
https://www.youtube.com/watch?v=RHilq5GgZjQ
Il titolo l'ho preso in prestito dal libro di Paolo Sorrentino. "Hanno tutti ragione" è una straordinaria prova d'artista e Tony Pagoda è un personaggio a tutto tondo, degno del miglior Dostoevskij. Da non perdere.
sabato 20 luglio 2013
giovedì 18 luglio 2013
Spammista cedesi
Se la pioggia che ha
battuto la città tutta la notte e pure la mattinata non mi avesse
indotto a poltrire a letto, forse non mi sarei stupita così per le molte e
mail che intasavano la mia casella di posta elettronica al mio
arrivo.
Certo, alle 8 del
mattino il dirigente spammista non avrebbe potuto molestarmi con i suoi lanci d’agenzia via Outlook.
E invece alle 10.30 e mail e allegati variegati erano tutti lì a fare capolino sull'icona della casella.
Lui mi aveva spedito - direttamente o solo per conoscenza - in ordine:
- la richiesta di una collega di tornare in part time dal 1 settembre: come darle torto, non di solo pane vive l’uomo;
- l’invio massivo dei moduli scannarizzati per richiedere la social card: una inutile carta destinata a chi non ha niente, neanche la forza per fare domanda per ottenerla, la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo;
- la foto di un bollettino di pagamento effettuato da uno studio privato (anche un pochino riservato) diffuso tramite posta interna a tutto il personale di tre differenti servizi, escluso quello interessato, quel che si dice "Sbagliare bersaglio".
Chiedetemi
se voglio andare in pensione.
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mercoledì 17 luglio 2013
Procaccini: Alfano sapeva, anzi no. L'ex capo gabinetto racconta la sua verità. "Alfano sapeva a metà, non ha letto l' e mail"
Intanto
la ringraziamo per averci concesso questa intervista, rompendo il Suo
naturale riserbo.
Veramente
dopo le sparate di Alfano non è che potevo starmene zitto, perciò
ho deciso di dire la mia. E anche un blog come il suo, con dieci
lettori può fare la sua parte.
Grazie
per le attestazioni di stima. Non la deluderemo. Allora il ministro
sapeva o no?
Certo
che sapeva, me lo ha chiesto lui di occuparmi della questione. Ha
chiamato un pomeriggio al telefono dicendomi testualmente “Peppe,
aiutami, che Berlusconi se no mi manda a piantare gli alberi che
aveva promesso agli italiani nella penultima campagna elettorale".
Scusi, ma
se non esistono!
Appunto,
capisce di cosa è capace certa gente. "Quietate
Angiulì - l'ho rassicurato - dimme nu poco, ch'aggia fa’? Ho chiesto. "Parla con l’ambasciatore del Kazakistan per una storia di un dissidente che vogliono indietro, non ho capito
bene"
"Perché sta in Italia, mica lo sapevo".
"Vedi
che sei l’uomo giusto per me. D’altronde
se sei capo di gabinetto al Viminale dal 2008 ci sarà un motivo,
Ricevi ‘sto Cristo, senti che vuole e facciamola finita.
Toglimelo dai c…. Hai carta bianca, mi fido di te".
E
Lei lo ha ricevuto?
Non
io direttamente, ho chiamato Valeri, il capo dipartimento di
pubblica sicurezza, e gli ho detto di occuparsene e di tenermi
aggiornato sugli sviluppi.
Vediamo se ho capito bene
la catena di comando: il presidente del Kazakistan si lamenta con
Berlusconi per l’ospitalità che l’Italia offre al dissidente
Mukhtar
Ablyazov,
Berlusconi chiama Alfano perché
gli tolga le castagne dal fuoco, Alfano incarica Lei per risolvere la
faccenda e Lei gira la questione a Valeri che manda le truppe
d’assalto a Casal
Palocco per prelevare una donna e una bambina e rispedire tutti al
mittente. E non Le dice neanche “missione compiuta”?
Certo
che Valeri mi ha avvisato e io l’ho riferito ad Alfano
Lui
dice no
Non
se lo ricorda, gli ho telefonato il giorno dopo per tranquillizzarlo,
ma lui non c’era con la testa, Berlusconi era ancora incazzato per
risultati delle amministrative, voleva fare a pezzi Alemanno, si
figuri se stava ad ascoltarmi.
L’ha
ascoltata così poco che ha nominato capo della polizia Carlo Pansa proprio il giorno dopo.
Che
fa mette il dito nella piaga. Mi sono fatto in quattro per togliergli
questa spina dal fianco e lui come mi ripaga?
Certe
persone non conoscono gratitudine. E poi cosa è successo?
Visto
che Alfano era sempre sbrigativo al telefono, gli ho mandato una e
mail tanto per tranquillizzarlo.
Perciò
lui sapeva.
No. Lo sa che mi ha risposto? Che non poteva leggere la posta
elettronica, perché al Viminale usano Outlook....
Ah
quel programma che quando leggi una e mail te la scarica sul disco
rigido e la puoi recuperare solo da pc? Comodo per un ente
pubblico...
Ha
i suoi vantaggi, mi creda.
Non ho dubbi. E
quindi?
E
quindi la segreteria aveva scaricato la posta elettronica sul pc
dell'ufficio così lui non poteva leggere le e mail da casa
E un
sms...
Che
dice! Alfano ha usa ancora uno StarTac che per telefonare deve tirar
fuori l’antenna? Altro che sms.
Le
rimanevano solo i pizzini?
!?????
Quindi
Alfano non sapeva e perciò è ha detto la verità ieri in
parlamento?
Certo.
Mi riconosco nella sua veritiera ricostruzione.
In
sintesi non sapeva un emerito cazzo di tutta questa storia come ha
dichiarato ieri alle Camere, è
coerente con me.
Senta, non è che vi interessa un
esperto di comunicazione interna e forse anche esterna?
Perché Lei ne ravvede la necessità?
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martedì 16 luglio 2013
Procaccini disoccupato
Alla fine il cerino è rimasto in mano
a Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministero dell'interno che ha fatto tutto da
solo. Ha parlato con l'ambasciatore kazako, ha organizzato il ratto
di Alma
Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov,
a Casal
Palocco con l'aiuto 40 uomini
incappucciati che l'hanno prelevata e spedita in Kazakistan su un jet
privato. Poi, tranquillo come un esecutore amministrativo di quarto
livello, se ne è tornato a casa dimenticandosi di dirlo al ministro.
E neanche il giorno dopo gli è passato
per testa di fagli una telefonata del tipo: “Ah!, Angelino sai
quella storia della moglie del dissidente? È tutto a posto,
l'abbiamo spedita in Kazakistan”
Ha fatto tutto di sua iniziativa, questo funzionario
di carriera prefettizia da 400mila euro all'anno. E ora si è pure dimesso. Non è che vuole falsare le statistiche sui disoccupati disoccupati. No, eh....
Allora fatemi capire.
Un ministro della
Repubblica italiana, un certo Angelino Alfano ministro dell'Interno,
quell'organo che dovrebbe proteggere questo paese dal crimine organizzato,
che persegue trame mafiose e terroristiche, che ci protegge pure
dagli attacchi degli alieni, non ne sapeva niente.
Niente, né lui ne altri membri di
questo governo. E lo dichiara pure in Parlamento. Ma benedetto
ministro non hai letto regolamento
che dice "Il Capo di Gabinetto (omissis) assicura il raccordo fra il Ministro e l'Amministrazione"
Evidentemente no. Perciò il ministro anziché
vergognarsi fa spallucce.
Allora delle due l'una, o qui ciascuno
fa quello che vuole senza coordinamento o Alfano sapeva tutto e
adesso fa il pesce nel barile, ma ha già promesso un prestigioso
incarico all'ex capo di gabinetto.
Attendiamo fiduciosi.
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lunedì 15 luglio 2013
Ehi dico a te, attempato maratoneta calzato di lilla
Ehi dico a te, attempato maratoneta calzato di lilla che corri accanto al tuo cane lupo un lunedì mattina, nell’ora lucana in cui gli ominidi vanno a lavorare. E lo fai con la sicumera che solo la certezza dell’incasso mensile della pensione ti può dare, mentre io in sella alla mia bici corro sul nastro della ciclabile per affrontare il fuoco incrociato di incombenze.
Non ti sei accorto, benedetto fruitore dell’Inps o di altra cassa, che la tua bestiola di taglia media si è fermata per produrre fecaloidi di pari misura sulla ciclabile di corso Duca degli Abruzzi, dal nome dell’indomito esploratore dell’orbe terracqueo che apprezzerebbe la spontaneità del gesto se solo fosse in vita, ma evidentemente non è per lui che siamo qui?
E non hai notato che tutto questo avveniva in un percorso dedicato alle bici e ad altri simili velocipedi, mentre per piedi e zampe alla tua destra c’è un marciapiede, nome dall’imperscrutabile etimo dedicato a chi va a piedi, altrettanto bello, ma molto, molto più largo, con tanti spazi tra le automobili dove il tuo cane può cagare senza farmi rompere l’osso del collo per evitarlo?
Ecco. Per favore, pensaci la prossima volta, invece che molestarmi con le tue ipocrite scuse e tentativi di attaccar bottone. Io vado a lavorare e, grazie alla Fornero, lo dovrò fare andare ancora per 18 anni.
Capisci perché questa mattina ho estratto i canini al tuo animale e me li sono messi in bocca?
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