domenica 14 novembre 2010

La strategia della cavalletta

L'utente entra nell'affollatissimo salone, tappezzato di sportelli e rimane pietrificato.
Gli basta un attimo per capire che la mattinata è persa, quindi passa al piano B: deve portare a casa un risultato.
Con una sola falcata, temendo l'aggressione di contumelie del pubblico, si avventa sullo sportello più distante dalla folla rassegnata in attesa, e, cancellato ogni senso di colpa, sovrasta l'utente germano già seduto davanti allo sportellista.
Bussa sul vetro divisorio e formula l'innocente domanda:
"Devo solo consegnare questo modulo, posso darlo a Lei?"
Immediatamente si spegne il chiacchiericcio del salone e tutti puntano lo sguardo accusatorio sull'impudente che ha scavalcato la coda.

Ma la risposta arriva perentoria dallo sportellista: "Prenda la lettera I"

Smarrimento e senso si fallimento assalgono l'utente che torna al "via" e, dopo aver staccato il ticket elimina code (sic), si accomoda nel salone con lo sguardo puntato sullo schermo dove scorrono lentissime le lettere I.
Ha 149 I davanti a lui.

lunedì 8 novembre 2010

Adesso vi spiego cosa è l'Urp

Adesso vi spiego cosa è l'Urp. Dall'interno. E' un ufficio che accoglie i cittadini e fornisce informazioni sulle attività dell'ente.
L'utente arriva chiede notizie su qualcosa e ottiene un modulo da compilare. Mentre compila chiede ulteriori informazioni, alla faccia della semplificazione amministrativa, allora lo si aiuta coprire le linee prestampate e a riempire i quadretti dedicati ai suoi dati.
Tutto chiaro?

Noooooooo!

L'utente è l'utente, non una persona normale. Quando arriva allo sportello ha perso la sua identità e si traforma in un questuante, che vira all'aggressività, stremato dalle continue richieste di adempimenti prescritti dall'amministrazione.

E si stupisce, reclama, si arrabia, viene mortificato, protesta, urla, scrive, minaccia. Infine disperato chiede di parlare con un responsabile. Ma rimane un utente.
Chi non ha vissuto questa esperienza non può capire.

mercoledì 3 novembre 2010

Ma i cani fanno la cacca ovunque?

E anche oggi ho pestato una cacca di cane. La vigliacchetta si è depositata con tenacia nel carrarmato delle mie scarpe da ginnastica, indossate per una spesa leggera e veloce al supermercato vicino casa mia. È successo oggi pomeriggio, tra le cinque e le sei, sul marciapiede sotto casa, nel cuore della Crocetta, non proprio in un campo nomadi.

Va da sé che ho maledetto il cane, il proprietario del cane e tutti gli antenati senza distinzione di sesso, razza o religione. E non dirò cosa ho pensato di fargli se lo becco a osservare soddisfatto la sua adorata bestiola mentre deposita i residui di crocchette e bocconcini di carne acquistati in un costoso negozio per animali.
In Inghilterra, dove sono stata di recente per ripassare un po' di inglese, la famiglia che mi ospitava possedeva due alani, che godevano di una quotidiana passeggiata al parco: ma ad ogni fermata di servizio, la proprietaria raccoglieva il santo fecaloide (proporzionato alla stazza dell'animale) e lo buttava nel cestino. E nelle mie tre settimane di permanenza nel Regno Unito non ho mai visto un deposito canino per la strada.
Ma è mai possibile che a Torino i possessori di animali non riescano a  portarsi dietro una busta nylon per raccogliere le canine deiezioni depositate sul marciapiede?
E allora io da oggi inizio con le rappresaglie.

Maleducatissimi proprietari di cani siete avvisati.

sabato 30 ottobre 2010

Amiche sposate: vi odio anche in questi casi

Vi lagnate dei vostri mariti o uomini con i quali vivete more uxorio. Dichiarate di poter vivere benissimo da sole, anzi meglio, ma appena lo ieti si allontana per una sera, mi telefonate in iperventilazione perchè volete uscire.
Per favore, godetevi la serata davanti alla tivù e lasciatemi in pace. Se volete uscire con me provate a chiedermi quando sono libera e facciamo qualcosa.
Un cinemino mi darebbe già soddisfazione.

Amiche sposate: vi odio!

In genere succede così: ti telefonano querelandosi perché "non ci si vede mai", ma se le inviti al cinema, teatro, opera o a qualsiasi altro manifestazione, non possono.
Hanno mariti, figli, lavoro, casa. Comunque hanno sempre da fare. I loro tempi non coincidono mai con i tuoi. Ma loro ti invitanto regolarmente a cena.
Non voglio venire a cena da voi!
Per vestirmi, uscire da casa prendere la macchina, cercare un dolce da portare - mica ci si presenta a mani vuote a casa di qualcuno - bussare alla vostra porta, sedermi a tavola, mangiare con i vostri mariti, conversare, rivestirmi, riprendere la macchina, cercare posteggio sotto casa mia, cosa più difficile che vedere due volte la cometa di Halley in un anno, svestirmi e mettermi a letto...
me sto a casa mia.
Almeno mi riposo.
E non chiedemi con la vocina che usereste per i vostri bambini: "Perchè???"
Non ne ho voglia!