martedì 21 dicembre 2010

Lettere dall'aldilà dell'Urp

Da: utente medio [mailto: solesplendente@xxx.torino.it]
Inviato: lunedì dicembre 2010 07.09
A: Urp
Cc:
Oggetto: bolletta
vorrei sapere come faccio per avere un copia dell bolletta perchè questo bimestre non mi è arrivata
grazie

Re: bolletta
Da: Urp [mailto: urp@hannotuttiragione.torino.it]
A:  utente medio [mailto: solesplendente@xxx.torino.it]
Data: lunedì dicembre 2010 08.42

Gentile Signore, come può leggere sul nostro sito, che di certo Lei ha consultato avendoci scritto via e mail, può ottenere una copia della bolletta:
1) di persona
     Sportello Urp
     via della Semplificazione 1  Torino
     Orari: dal lunedi al venerdi dalle 8.00 alle 18.00 orario continuato
     Ricordi di portare un documento di identità 

2) per posta
     telefonando al numero 011.00110011
     Orari: dal lunedi al venerdi dalle 8.00 alle 18.00 orario continuato
     La bolletta Le verrà spedita a casa.

3) via e mail
    non avendo Lei un posta certificata, nè un indirizzo e mail riconoscibile e non avendo
   indicato nè il nome, nè  l'indirizzo è per noi impossibile spedirLe la bolletta.
    Se desidera ricevere la bolletta nella sua casella e mail ci riscriva segnado questi dati:
   
   - cognome e nome dell'intestatario del contratto; 
   -  numero del contratto: è un numero di 8 cifre che trova su qualsiasi bolletta in alto a   sinistra sotto il Suo nome.

Quando avrà ricevuto la bolletta potrà pagare secondo le Sue abitudini.

Attendiamo Sue notizie.
Buona giornata

Cassandra Cassandrini
Responsabile staff  Urp di Hanno tutti ragione

lunedì 20 dicembre 2010

Natale nel cassonetto della differenziata

Sì lo ammetto: ho buttato via i regali di Natale degli ultimi 22 anni, regali che avevo conservato gelosamente in tutti miei traslochi. Non è la prima volta che lo faccio, ma in passato avevo girato ad associazioni benefiche e lotterie parrocchiali i presentini di amici e conoscenti. Stavolta no. Con deliberata premeditazione ho raccolto quei fantastici oggetti inutili che riempono le nostre case e li ho depositati accanto al cassonetto della raccolta differerenziata. Li ho lasciati per terra in bella vista confidando nel fortuito incontro con qualche raccoglitore. Perchè il riciclo dal cassonetto è un'arte sottile che pochi possono permettesi come ha ben teorizzato Zeibist nel libro "Scene di caccia nei cassonetti", regalo del mio amico Enrico, quello sì veramente bello.

venerdì 17 dicembre 2010

The Social Network vs Precious

Il Time ha incoronato Marc Zuckerberg, il fondatore di Facebook, uomo dell'anno. Tuttavia come ha osservato Alessandro Tapparini, giornalista di America 24 che ha dato la notizia, la novità è racchiusa nel film, The Social Network, che ne ha raccontato la storia al mondo.

Ma un altro film made in Usa, in programmazione nelle sale italiane in questi giorni, ha disegnato i rapporti tra le persone: di coloro che non hanno voce. Precious, dal nome della protagonista, un'adolescente nera, obesa, analfabeta e umiliata dalla famiglia è l'altra faccia dell'America. Lee Daniels, alla sua seconda prova di regista, racconta con piglio quasi documentaristico, la quotidianità di una diciassettenne emarginata nella Harlem degli anni 80.
La macchina da presa registra impietosa gli sbilanciati colloqui con l'assistente sociale per ottenere il sussidio, le gratuite molestie dei bulli del quartiere, l'ineluttabile recessione scolastica, l'incredulo stupore delle istituzioni di fronte al proprio fallimento.
Sarà una scuola alternativa e un'insegnate a determinata a liberare Precious dal disprezzo. Insegnandole a leggere e a scrivere le offre il viatico per il riscatto sociale.

Non c'è lieto fine in questo film: solo la presa di coscienza di un'ermaginata che vuole entrare nel mondo con la dignità di cittadino.
Anche per il 2010, come l'Italia degli anni 60 raccontata da Don Milani in "Lettera a una professoressa" l'istruzione libera gli emarginati dalla deferenza verso gli oppressori.
Imperdibile l'incontro tra Precious e la madre davanti all'assistente sociale.

Un monito per tutti gli utenti: saper leggere e scrivere Vi renderà liberi.

giovedì 16 dicembre 2010

Il contrappasso

Stavolta l'utente sono io! Nell'ufficio del giudice di pace di Torino, che si trova nella più remota e irrangiungibile periferia della città, ho consumato la mia giornata di ferie.

Il sito internet del Comune di Torino annunciava gli orari di ricevimento senza appuntamento e io ho ci sono andata.

All'ingresso il box informazioni era desolatamente vuoto, così mi sonno inerpicata sulle scale del tribunale -   una vecchia scuola riconvertita alla giustizia che ha ospitato studenti  figli del boom economico italiano - e, dopo aver dribblato avvocati in attesa e testimoni rassegnati, ho raggiunto il terzo e ultimo piano.

La pletora di porte chiusa mi ha dato il benvenuto e così, come ogni utente che si rispetti, ho inziato a importunare tutte le persone dotate di parola. Dopo alcuni "non so" la consueta anima buona mi ha indicato l'ufficio del giudice e anche il calendario di ricevimento, posizionato strategiamente sopra un termosifone. Ho  perciò scoperto che il giudice di turno quel mattino non si era presentato e che altre date erano state cancellate: se volevo parlargli sarei dovuta tornare nel pomeriggio.

Porca miseria! Avevo altri programmi. Ma l'ostinazione è buona compagna di vita e io l'ho ascoltata.

Il pomeriggio si è ripetuta la scenetta senza tanti stupori: ingresso triste, box informazioni chiuso, tre piani di scale, porte sigillate, pubblico in attesa. Documenti in  mano mi sono seduta e ho atteso.
Prima però come da prassi, ho interrogato gli astanti: "è qui che riceve il giudice di pace, bisogna prendere il numero, chi ha il 73, ci mette tanto, ma non c'è nessuno a dare informazioni, ma è sempre così qui" poi sdegnosa mi sono messa a leggere.
Prima di me c'erano una a cui avevano staccato la luce per un giorno di ritardo, un altro che aveva ricevuto la lettera di sfratto, alcune comparse mute e una signora con borsa firmata che si rivangava i bei tempi in cui a Torino erano tutti educati.

Il mio turno è toccato dopo un'ora e 47 minuti d'attesa, il mio colloquo è durato quattro minuti, la mia giornata sprecata per intero.
Un pensiero particolare alle urpiste che potranno commentare con soddisfazione che il nostro Urp non abbandona mai nessuno.

sabato 11 dicembre 2010

Le onde del vicino



L'interno di una casa popolare di Reims, Francia
 

La mia vicina di casa, dopo un silenzio di qualche mese, si è di nuovo fatta sentire, promettendo lettere all'amministratore, esposti ai vigili urbani e querele alle autorità giudiziare, tutto al telefono e a voce altissima. L'ho ascoltata con animo stoico, intercalando le sue ingiurie con un laconico "si".
In un litigio, niente fa arrabbiare di più che una arrendevole silenzio.
Le beghe condominiali occupano le aule giudiziare. I motivi? Rumori molesti, spese non pagate, bambini che giocano in cortile, automobili posteggiate negli spazi comuni.
La mia vicina sostiene che io faccio rumore di notte, da mezzanotte alle 5 del mattino, poi sente un rumore strano, e mi telefona. A qualsiasi ora. A nulla sono valse le mie dichiarazioni di innocenza, le spiegazioni su come si propagano le onde sonore e neppure gli inviti alla tolleranza. Lei non ne vuol sapere. Mi telefona e urla.
Questa mattina a farla arrabbiare è stato il rumore del martello del muratore che metteva cinque mattonelle di legno dopo l'ultimo allagamento.
Aveva ragione: facevo rumore.
Non posso che comprenderla per questo suo malessere anche quando sono costretta ad ascoltare lei che urla contro il marito alle 11 di sera, lei che sbatte i piatti, sempre dopo le 10 di sera, lei che parla della propria madre come di una rompicoglioni, perchè è ricoverata in un cronicario.
D'altronde il buongiorno si vede dal mattino. La prima volta che si è lagnata della mia presenza, eravamo ancora in una fase interlocutoria, mi ha detto, abbassando la voce con tono complice: "Sa, non per essere maligna, ma io sento tutto."
Gesù!
"Strano, signora" le ho risposto, maligna "Io, lei,non l'ho mai sentita".