domenica 10 giugno 2012

Meteorologi di tutto il mondo: nascondetevi


Me li immagino piegati su cartine, legati mani e piedi al computer grandi quanto una stanza -  ve lo ricordate Hal 9000, il computer quasi  umano di "2001 Odissea nello spazio"? -  oppure impegnati ad osservare le variazioni del  mercurio stipato in sottilissime asticelle di vetro, vivere in laboratori costruiti su cocuzzoli impervi, con il cuore rivolto all'interpretazione di venti e cirri per disegnare la mappa del sole e della pioggia con l'istogramma delle temperature, insomma ad elaborare le meglio note come previsioni del tempo.

Ecco, dei veri e propri eroi. 

Ma lo sanno questi oracoli del terzo millennio che migliaia di persone pendono dalle loro divinazioni? Lo sanno che sono due week end che me ne sto buttata in casa anziché lanciarmi su pei monti a fare lo stambecco, perché sulla Val Susa, valli limitrofe e pure a Torino si vedono nuvole, gocciolone e  fulmini che rischi di tornare a casa in barca.

E invece per due domeniche di fila il sole brillava in un cielo azzurro e splendente, l'afa ci attanagliava e di musei al chiuso ne ho le scatole piene. 

Allora, cari meteorologi, io non vi ascolto più. Non vi darò più retta e domenica prossima, anche se disegnate la sagoma di un tornado sul Piemonte, io  me ne vado in montagna a 2mila metri e se un fulmine  mi centra in pieno, un pack alpino mi investe o una raffica di vento mi precipita in un dirupo, lasciando lo zaino impigliato all'unico cespuglio cresciuto sulla nuda roccia, sarà colpa vostra della vostre previsioni approssimative. 

domenica 3 giugno 2012

Campanula addenda: gioie e pungiglioni

Campanula Addenda Blue Star

Quella che vedete nella foto è una deliziosa piantina che ogni primavera mi omaggia con una cascata di fiori di un azzurro intenso. Si chiama Campanula Addenda Blue Star e, come illustra la scheda esplicativa, è un prelibato bocconcino che non delude gli sforzi di chi la coltiva. 

Acquistata al mercato dei fiori un venerdì mattina di tanti anni fa, ha mantenuto le promesse. Dalle foglioline verdi e perenni che rallegrano i miei inverni, in aprile e fino a settembre inoltrato, è tutto un fiorire di stelle blue, da cui il nome Blue Star. 

Con poca manutenzione, se escludete una quantità d'acqua pari a quanta è necessaria per raffreddare un reattore nucleare in fiamme e la spigolatura  dei fiori appassiti, circa un centinaio/die che si depositano sul pavimento del  balcone costringendovi a spazzare ogni giorno la zona sottostante, operazioni che faranno di voi uno schiavo al cospetto di questa principessina dal manto azzurro,  otterrete risultati strabilianti e l'invidia di amiche e vicini di balcone, alcuni dei quali non esiteranno a usare il binocolo per rimirare tanta beltà. 
In men che non si dica vi guadagnerete l'ambito titolo di Miss Pollice Verde del condominio. E vi assicuro che non è poco.

Così non soddisfatta di questa meravigliosa sfera stellata quest'anno ho voluto strafare e l'ho rinvasata ottenendo una chioma fiorata grande quanto una quercia centenaria e l'ingresso nell'esclusivo olimpo delle Gardenwomen, titolo che ti regala una straordinaria notorietà nel quartiere,  qualche caffè gratis al bar dell'angolo, e il saluto di donna Amabile Radicati di Genola, instancabile animatrice dell'associazione commercianti. 

Ma ogni medaglia ha il suo rovescio è questa fa veramente male. Già, perché non sono l'unica a godere di tanta bellezza, anche le vespe si sono accorte dei fiori olenti e meravigliosi e vengono a visitarli in continuazione per suggere nettare, accoppiarsi con vespi o forse anche per organizzare una rivoluzione entomologica. Non lo so. Ma sono tantissime e quando il beccuccio dell'innaffiatoio si insinua nel verde e nell'azzurro - e succede due volte al giorno - si leva una sciame incazzato con le levette dei pungiglioni issati e diretti sulla mia persona. E son dolori.

Perciò due volte al giorno sono costretta cospargermi di repellente, indossare uno scafandro, impugnare l'innaffiatoio e sperare nella buona sorte. 
Ma io al titolo non rinuncio manco morta.

martedì 29 maggio 2012

Se la terra trema senza ordine del direttore

Non è che siamo abituati a tutte queste scosse di terremoto, perciò quando la terra trema, anche un cuor di leone diventa un coniglietto e, colto da pavidi suggerimenti, corre fuori.
Così questa mattina,  appena entrata in ufficio, dall'alto del mio grattacielo, ho sentito l'oscillazione terrestre e su indicazione del responsabile dell'emergenza, in maniera scomposta noi tutti abbiamo lasciato il palazzo.

Dopo una breve sosta nella piazzetta antistante l'edificio, in attesa che qualche pezzo di cemento armato ci cadesse in testa, evento che non si è verificato, siamo rientrati alle nostre scrivanie.

Ma le procedure in caso di sisma dicono cose ben diverse, che si può uscire solo su ordine del dirigente, che questa mattina, come tutti i giorni, alle nove non si era ancora presentato, interrompendo  l'oleata catena del comando e assegnado ad un umile impiegato  la salvezza del personale.

E dopo le tragiche notizie dell'Emilia, ecco l'email del responsabile della sicurezza dei lavoratori che avverte che "solo al  termine dell’evento si attiva, se necessario, la procedura di evacuazione della sede e nel caso odierno  non è stato dato alcun ordine di evacuazione"

Così il direttore del personale, lo stesso che è sempre l'ultimo a sapere le cose, va in giro per uffici minacciando ritorsioni contro chi è uscito senza autorizzazione.

lunedì 21 maggio 2012

Terremoto in Emilia: te la sei fatta l'assicurazione sulla casa?


Non è bastato tremare alle quattro di una domenica mattina e neanche passare una notte fuori con questo tempo da lupi, freddo e pioggia per più di 24 ore, per gli ultimi terremotati del 20 maggio 2012 c'è un altro regalo, impacchettato nella 113a  Gazzetta Ufficiale del 16 maggio scorso. Un decreto legge, il  59, che obbliga tutti quanti a far fronte alle calamità naturali con un'assicurazione privata (art. 2).

Beh, cari amici se da mercoledì scorso a domenica mattina non siete corsi in agenzia a farvi una bella polizza contro il terremoto, ammesso e non concesso che possiate averne trovata una disposta a coprirvi i danni causati dagli eventi tellurici, siete fregati due volte.

Questo è l'ultimo regalino del Governo che, stanco di sborsare soldi per ogni inezia, ha pensato bene di regolare la materia con una virata privatistica degna del miglior tradizione liberista. Ai pochi fortunati che ci hanno pensato prima, se la pioggia e le transenne vi permettono di rientrare in casa,  cercate subito il contratto stipulato con l'assicurazione per reclamare i danni, a meno che siate stati così provvidi e nei pochi secondi di terrore, mentre cercavate di mettere in salvo famigliari, non vi sia venuto in mente di cercare anche i documenti. Si sa, di solito in queste circostanze si ha il tempo di stilare una lista delle cose più importanti da portarsi dietro, sistemarle bell'e in ordine in un trolley, darsi una pettinata e uscire sorridenti.

A tutti gli altri non posso augurare che la lentezza dei nostri governanti impedisca al decreto legge di trasformarsi in legge, 60 giorni, e poter confidare in un giusto trattamento.

In ogni caso il decreto prevede:
a) mappatura del territorio per grado di rischio;
b) stima della platea dei soggetti interessati;
c) dati percentuali sull'entita' dei contributi pubblici finora concessi in caso di stato di emergenza;
d) simulazione dei premi, suddivisi per tipologia di copertura assicurativa.

In caso contrario mi sembra che ci siano che ci siano gli estremi per far causa.

Speriamo che qualche associazione che ci pensi.


domenica 20 maggio 2012

Terremoto

Amici dell'Emilia Romagna come state?
Io non sono un'esperta,  però leggete questo articolo di Cado in piedi
http://www.cadoinpiedi.it/2012/05/20/quelle_strane_fuoriuscite_dacqua_dal_terreno_prima_del_terremoto_-_foto.html

Poi ancora una domanda. Che ci facevano i due operai morti alla Sant'Agostino ceramiche la notte tra sabato e domenica al lavoro? Un'altra fabbrica a ciclo continuo come la Uru di Ponte Rondoni di Bodeno, che produce polisitrolo e  la Tecopress di Dosso, frazione di Sant'agostino, fonderia dove gli altiforni non si spengono mai.

Chissà come erano contenti di poter guadagnare un po' di straordinari festivi in questi tempi di magra.