venerdì 3 dicembre 2010

Ha ragione Brunetta

In queste ultime settimane la medicina ha fatto passi da gigante o,  più verosimilmente, il vibrione che infestato le mie colleghe urpiste ha scelto altri corpi da abitare. Così eccoci tutte insieme all'Urp.
Il grande salone che lo ospita oggi non è stato neanche tanto assediato dal pubblico, sarà stata la neve a scoraggiare l'anacastico  utente,  perciò ...   riunione degli operatori per fare il punto della situazione.

Alle 12.43 siamo ancora al punto "2" dell'ordine del giorno.
Si presenta l'utente che ha ignorato l'orario di ricevimento scritto a caratteri cubitali. Hai voglia a fare cartelli.
Tra le colleghe serpeggia il malcontento. L'ingresso dell'utente offre la stura a una nuova rivendicazione sindacale sull'illogica distribuzione degli spazi.
Giuro sulle mie scarpe che farò presente il problema al direttore e con un atto d'imperio riporto l'attenzione sul tema dell'incontro.
L'utente però è determinato, così, indispettito dalla nostra indifferenza, sposta la transenna e bussa sul vetro.
"Scusi, è già chiuso?"
Le colleghe mi sfidano con lo sguardo. Tocca a me operare il respingimento.
"Buongiorno. Sì, mi dispiace, ma l'orario è terminato da un'ora"
L'utente gioca la carta della cortesia e con tono dimesso apre la trattativa: "Solo un'informazione"
Le colleghe inziano a tarantolarsi.
"Di cosa si tratta?"
L'utente, che ha guadagnato terreno, sciorina una messe di carte. Le  urpiste sorridono soddisfatte, vogliono proprio vedere come mi libero dell'utente.
"Dunque, .... non pago le bollette da qualche tempo....-  continua - e ..."
Intervengo nella sua esitazione e affondo il colpo:  "Ha ricevuto una lettera?" chiedo con tono indagatorio.
L'utente prende tempo
"Mi sembra... Sì. Lo scorso anno  ho ricevuto qualcosa"
Bene! Lo crocifiggo alla la sua inadempienza: "E perchè non è venuto l'anno scorso?"
Serafico come un neonato dopo la poppata mi risponde che non ha avuto tempo.
Devo stringere la trattativa. "Me la faccia vedere per favore?"
Lui oramai si è seduto e vuole attenzione. Inizia a cercare tra le sue carte prive di qualsiasi ordine.
Io sbircio tra i documenti per captare il nostro logo, ma dalla busta di nylon esce di  tutto, ma della lettera incriminata, manco l'ombra.
Allora mi apro un varco: "Mi scusi, ma temo che adesso non possiamo fare niente... Gli uffici sono tutti chiusi."
"E io che faccio?"
"Cerchi la lettera e torni appena può per mostracela." Per sicurezza gli allungo il foglio con i nostri orari.
Sono certa di averlo congedato.
Ma lui non si scoraggia e rilancia.
"Non può cercarmela lei?"
Ah no! Questo è troppo!
"Ma se non sa neanche quando l'ha ricevuta"
Maledizione! Sono sulla difensiva. Lui capisce e insiste.
"Ma me l'avete mandata voi, lo saprete quando mi avete scritto, me la cerchi"
Non posso tollerare due imposizioni consecutive.
"Mi scusi, le ho detto che l'orario di ricevimento è terminato da un'ora e gli uffici sono chiusi. Non possiamo fare niente"
La mia risposta suscita il suo anatema.
"Ma non avete proprio voglia di lavorare! Ha ragione Brunetta:  tutti a casa Vi devono mandare"

Apprendo in questo momento che il giustiziere della funzione pubblica gode ancora di una certa fama

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