In queste ultime settimane la medicina ha fatto passi da gigante o, più verosimilmente, il vibrione che infestato le mie colleghe urpiste ha scelto altri corpi da abitare. Così eccoci tutte insieme all'Urp.
Il grande salone che lo ospita oggi non è stato neanche tanto assediato dal pubblico, sarà stata la neve a scoraggiare l'anacastico utente, perciò ... riunione degli operatori per fare il punto della situazione.
Alle 12.43 siamo ancora al punto "2" dell'ordine del giorno.
Si presenta l'utente che ha ignorato l'orario di ricevimento scritto a caratteri cubitali. Hai voglia a fare cartelli.
Tra le colleghe serpeggia il malcontento. L'ingresso dell'utente offre la stura a una nuova rivendicazione sindacale sull'illogica distribuzione degli spazi.
Giuro sulle mie scarpe che farò presente il problema al direttore e con un atto d'imperio riporto l'attenzione sul tema dell'incontro.
L'utente però è determinato, così, indispettito dalla nostra indifferenza, sposta la transenna e bussa sul vetro.
"Scusi, è già chiuso?"
Le colleghe mi sfidano con lo sguardo. Tocca a me operare il respingimento.
"Buongiorno. Sì, mi dispiace, ma l'orario è terminato da un'ora"
L'utente gioca la carta della cortesia e con tono dimesso apre la trattativa: "Solo un'informazione"
Le colleghe inziano a tarantolarsi.
"Di cosa si tratta?"
L'utente, che ha guadagnato terreno, sciorina una messe di carte. Le urpiste sorridono soddisfatte, vogliono proprio vedere come mi libero dell'utente.
"Dunque, .... non pago le bollette da qualche tempo....- continua - e ..."
Intervengo nella sua esitazione e affondo il colpo: "Ha ricevuto una lettera?" chiedo con tono indagatorio.
L'utente prende tempo
"Mi sembra... Sì. Lo scorso anno ho ricevuto qualcosa"
Bene! Lo crocifiggo alla la sua inadempienza: "E perchè non è venuto l'anno scorso?"
Serafico come un neonato dopo la poppata mi risponde che non ha avuto tempo.
Devo stringere la trattativa. "Me la faccia vedere per favore?"
Lui oramai si è seduto e vuole attenzione. Inizia a cercare tra le sue carte prive di qualsiasi ordine.
Io sbircio tra i documenti per captare il nostro logo, ma dalla busta di nylon esce di tutto, ma della lettera incriminata, manco l'ombra.
Allora mi apro un varco: "Mi scusi, ma temo che adesso non possiamo fare niente... Gli uffici sono tutti chiusi."
"E io che faccio?"
"Cerchi la lettera e torni appena può per mostracela." Per sicurezza gli allungo il foglio con i nostri orari.
Sono certa di averlo congedato.
Ma lui non si scoraggia e rilancia.
"Non può cercarmela lei?"
Ah no! Questo è troppo!
"Ma se non sa neanche quando l'ha ricevuta"
Maledizione! Sono sulla difensiva. Lui capisce e insiste.
"Ma me l'avete mandata voi, lo saprete quando mi avete scritto, me la cerchi"
Non posso tollerare due imposizioni consecutive.
"Mi scusi, le ho detto che l'orario di ricevimento è terminato da un'ora e gli uffici sono chiusi. Non possiamo fare niente"
La mia risposta suscita il suo anatema.
"Ma non avete proprio voglia di lavorare! Ha ragione Brunetta: tutti a casa Vi devono mandare"
Apprendo in questo momento che il giustiziere della funzione pubblica gode ancora di una certa fama
Il titolo l'ho preso in prestito dal libro di Paolo Sorrentino. "Hanno tutti ragione" è una straordinaria prova d'artista e Tony Pagoda è un personaggio a tutto tondo, degno del miglior Dostoevskij. Da non perdere.
venerdì 3 dicembre 2010
mercoledì 1 dicembre 2010
La carità
Da qualche tempo un nuovo tipo di pezzente disturba la mia coscienza: aspetta davanti al piccolo supermercato dove faccio la spesa con la sua mercanzia, ma non la offre. No. L'extracomuniatario apre la porta e sorride, in cambio si aspetta qualche moneta data in resto dalla cassiera.
Ma come? Non lo sa che oggi tutti pagano con la carta di credito. Già, la carta di credito ha cambiato le nostre abitudini. Anche l'elemosina nel ventunesimo secolo si fa on line o con il telefonino. Un sms e la nostra coscienza è tacitata fino a nuova pubblica questua, cosmetizzata dalla pubblicità di un nuovo grande evento. Con buona pace dell'Agenzia delle entrate che concede di scaricarla dalla denuncia dei redditi.
Ma per il pezzente di strada non c'è un euro nelle nostre tasche. I suoi abiti sporchi disturbano la nostra quotidianità e interrompono le nostre abitudini. D'altronde è sempre stato così.
I poveri piacciono dignitosi e composti, con i loro abiti dimessi, ma ordinati, mentre chiedono l'elemosina davanti alle chiese. In piedi accanto al portale con un sorriso ringrazievole magari con il cestino di vimini con dentro qualche monetina. Li vogliamo attenti a scrutare i volti di chi entra, indovinare le nostre intenzioni e assecondarle allungando garbatamente il cestino mentre noi, crocifissi dal senso di colpa, frughiamo nelle tasche alla ricerca di qualche soldino da buttarci dentro. In cambio ci aspettiamo un grazie con un lieve cenno con la testa e occhi riconoscenti.
Ma che non commetta l'errore di guardare dentro, che mai possa soppesare il nostro animo dall'importo della donazione.
Ma che non commetta l'errore di guardare dentro, che mai possa soppesare il nostro animo dall'importo della donazione.
Ingrato. Che vada a lavorare!
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anti doxa
martedì 30 novembre 2010
Alta tecnologia
"Scusi..."
"Buongiorno, come posso aiutarLa"
"Ho un appuntamento"
"Cosa deve fare?"
"Non lo so, mi hanno chimato da qui"
"Chi l'ha chiamata?"
"Una signora"
"Non ricorda il nome"
"Le ho detto che mi hanno chiamata. Mi dice dove devo andare?"
"Mi perdoni, cosa deve fare?"
"Allora non capisce, guardi qui, mica Le racconto bugie"
L'utente mi mostra il suo cellulare dove compare il numero del centralino.
"Mi perdoni, quello è il numero del centralino, non riesco a risalire a chi l'ha chiamata"
"Allora guardi sul computer, che ce l'ha a fare, se no?!"
!!!
"Buongiorno, come posso aiutarLa"
"Ho un appuntamento"
"Cosa deve fare?"
"Non lo so, mi hanno chimato da qui"
"Chi l'ha chiamata?"
"Una signora"
"Non ricorda il nome"
"Le ho detto che mi hanno chiamata. Mi dice dove devo andare?"
"Mi perdoni, cosa deve fare?"
"Allora non capisce, guardi qui, mica Le racconto bugie"
L'utente mi mostra il suo cellulare dove compare il numero del centralino.
"Mi perdoni, quello è il numero del centralino, non riesco a risalire a chi l'ha chiamata"
"Allora guardi sul computer, che ce l'ha a fare, se no?!"
!!!
martedì 23 novembre 2010
40 euro di libertà
Quando la maniglia della porta-finesta del terrazzo si è rotta nella mia mano - una mattina che non prometteva niente di buono - ho provato invidia per le amiche sposate.
Al mio posto LORO avrebbero informato con distacco lo Ieti, prescritto l'intervento, fissato i termini per l'esecuzione e, sotto l'incombente minaccia della rappresaglia sotto le lenzuola, perché il dovere coniugale è sì un dovere, ma richiede una contropartita, lo Ieti avrebbe ripristinato l'utilizzo della porta-finestra.
Ho pensato che io pure, nel mio piccolo, avrei potuto imitarle, chiamare un amico e suggerire la cosa.
Mi ha bloccato la prospettiva del pegno da pagare, ripetibile per almeno quattro volte, collegato ad invito a cena, miagolìo seduttivo e successivi applusi per la performance.
Non potevo farlo.
Così ho chiamato un fabbro e mi sono tolta il pensiero. Il giovanotto mi ha pure aggiustato lo Sportello del cucina, il tutto per la modica cifra di 40 euro.
Al mio posto LORO avrebbero informato con distacco lo Ieti, prescritto l'intervento, fissato i termini per l'esecuzione e, sotto l'incombente minaccia della rappresaglia sotto le lenzuola, perché il dovere coniugale è sì un dovere, ma richiede una contropartita, lo Ieti avrebbe ripristinato l'utilizzo della porta-finestra.
Ho pensato che io pure, nel mio piccolo, avrei potuto imitarle, chiamare un amico e suggerire la cosa.
Mi ha bloccato la prospettiva del pegno da pagare, ripetibile per almeno quattro volte, collegato ad invito a cena, miagolìo seduttivo e successivi applusi per la performance.
Non potevo farlo.
Così ho chiamato un fabbro e mi sono tolta il pensiero. Il giovanotto mi ha pure aggiustato lo Sportello del cucina, il tutto per la modica cifra di 40 euro.
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Amiche sposate
giovedì 18 novembre 2010
Tutti in fila
L'impegno dei medici viene premiato e una delle mie colleghe è rientrata in servizio. Per le altre due si sta ancora cercano una cura.
Tiro un sospiro di sollievo e riprendo la mia attività: scrivo comunicati stampa, semplifico il linguaggio amministrativo, redigo report sulla soddisfazione dell'utenza, costruisco griglie valutative per comunicazione integrata.
Sto elaborando un piano-comunicazione di impianto sovietico che analizzi tutti i "flussi di messaggi e interazione verso l'esterno" secondo un modello collaudato:
IN & OUT
DOWN
I 22 sportelli che tappezzano il salone vantano lunghe attese tranne quello "DONAZIONE ORGANI TRA VIVENTI", il meno frequentato. Ma non se la passa male neanche "RICHIESTE CREMAZIONI ".
La tanatocollega si sollazza con la distribuzione di brochure informative di colore viola. Gli utenti la sfuggono come la peste. Si sprecano corna, sconguri e vaff... Ma lei non demorde. E come progetto innovativo per il miglioramento continuo del servizio pubblico ha ottentuo l'iscrizione d'ufficio al suo registro di tutti i dipendenti dell'ente.
Penso di fare causa all'azienda per eccesso di potere, anche se non posso che apprezzare l'equità di trattamento nei confronti di tutto il personale, dirigenza inclusa: finiremo tutti nello stesso forno.
Potenza livellatrice del vertici aziendali.
Tiro un sospiro di sollievo e riprendo la mia attività: scrivo comunicati stampa, semplifico il linguaggio amministrativo, redigo report sulla soddisfazione dell'utenza, costruisco griglie valutative per comunicazione integrata.
Sto elaborando un piano-comunicazione di impianto sovietico che analizzi tutti i "flussi di messaggi e interazione verso l'esterno" secondo un modello collaudato:
UP
IN & OUT
DOWN
Alle 11.47 la mia collega viene chiamata dall'asilo "Signora suo figlio ha la febbre, venga a prenderlo" e immanentemente abbandona lo sportello Urp.
Gli utenti annunciano la rivolta, il direttore mi implora di scendere.
Gli utenti annunciano la rivolta, il direttore mi implora di scendere.
Alle 11.58 entro nel salone, ma stavolta ho fatto il pieno di caffè.
I 22 sportelli che tappezzano il salone vantano lunghe attese tranne quello "DONAZIONE ORGANI TRA VIVENTI", il meno frequentato. Ma non se la passa male neanche "RICHIESTE CREMAZIONI ".
La tanatocollega si sollazza con la distribuzione di brochure informative di colore viola. Gli utenti la sfuggono come la peste. Si sprecano corna, sconguri e vaff... Ma lei non demorde. E come progetto innovativo per il miglioramento continuo del servizio pubblico ha ottentuo l'iscrizione d'ufficio al suo registro di tutti i dipendenti dell'ente.
Penso di fare causa all'azienda per eccesso di potere, anche se non posso che apprezzare l'equità di trattamento nei confronti di tutto il personale, dirigenza inclusa: finiremo tutti nello stesso forno.
Potenza livellatrice del vertici aziendali.
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