lunedì 7 febbraio 2011

Certificati on line

L'insidioso virus che di solito colpisce le urpiste stavolta ha sparato palle di cannone ed ha centrato me. Da ieri sono a letto con la febbre, il naso che cola, il pancino disturbato e sul resto... stenderei il retorico pietoso velo.

Ma a patirne di più è stato il medico di famiglia che insieme a altri 100mila medici itialiani dal 1 febbraio deve inviare il certificato di malattia on line. Peccato che la piattaforma preparata dal ministero non abbia funzionato già il primo giorno, e son volate parole grosse tra il segretario dei medici di famiglia, Giacomo Milillo e il ministro della Pa e dell'innovazione (sic), Renato Brunetta.

E tuttavia, dopo l'alterco a mezzo stampa, il problema permane. E anche oggi il povero medico, sempre più burocratizzato, ha esperito plurimi tentativi prima di vedersi accettare dal sistemone diagnosi e prognosi della mia sindrome influenzale.

martedì 1 febbraio 2011

Dietro le quinte

"Caro Direttore, mi tolga dai piedi quella Cassandra,  perchè io ho promesso al mio partito che avrei preso un addetto stampa personale: ho la fila fuori"

Il direttore abbozza unn sorriso, ritrae la testa, guarda a sinistra, si corregge e guarda a destra, e dopo questa timida, ma inequivocabile captatio benevolentiae, oppone una pacata, ma circostanziata, giustificazione.

Ma non c'è trippa per gatti. Visibilmente infastidito, il presidente interrompe il dialogo sul nascere e ricorda al direttore l'articolo 97 della Costituzione italiana. E nella foga della perorazione cita pure i 150 anni dell'Unità d'Italia (nata con lo Statuto Albertino n.d.r.).

"Suvvia! Si dia da fare e si guadagni quei bei soldoni che  prende, le trovi una sistemazione e mi liberi il posto, che proprio domani in consiglio di amministrazione dobbiamo votare la fiducia  al direttore generale, e vorrei che non ci fossero problemi"

Burp!

Il direttore torna nel suo ufficio, cammina nervosamente intorno alla scrivania, guarda il panorama dalla finestra, dà un occhiata ai mercati azionari, sfoglia il catalogo delle escort - certo che sono fighe - ha un rigurgito di nervi e gioca a  Macchiavelli con l'organigramma aziendale.

Qualcuno deve risolvere la faccenda.

Allora convoca il capo del personale che però chiede conferma al funzionario delegato per i contratti che preferisce il conforto di un avvocato che dal canto suo formula un parere sub judice.

Al direttore a questo punto girano veramente i coglioni.

Non un cristiano che sappia trovare una salomonica via di uscita.

Così scarica da internet un progetto e decide che quella sarà la strada da seguire.
Tutti elogiano la soluzione e ciascuno si rammarica per non averla individuata prima.
Poi alla chetichella tornano ai propri affanni. Solo al capo del personale viene intimato di rimanere.

Il direttore fa convocare Cassandra nel suo ufficio.

E inzia a parlare...

 Leggi il dialogo

lunedì 31 gennaio 2011

La legge dei batraci

Si chiama spoil system ed il cambio dei funzionari ad ogni tornata elettorale. Così se i nuovi vertici del mio Ente vogliono  un addetto stampa fiduciario, occorrerà spiegarlo al giudice del lavoro.
La guerra è aperta.

venerdì 28 gennaio 2011

Il silenzio dei rospi

"Cara Cassandra, come tu ben sai il momento è difficile. Il presidente vuole un addetto stampa di fiducia"

???

"Ma bisogna avere dignità e io penso che tu abbia lavorato bene".
Il capo del personale fa segno di sì con la testa e il direttore continua:
 "Ho appena firmato la tua posizione organizzativa (l'indennità che attribuisce i compiti ai funzionari di rango rinnovata di anno in anno n.d.r. ) e te l'ho confermata. C'è tutto: l'Urp, quel pezzo di sportello al pubblico - sai quel progetto che ho illustrato ieri - la biblioteca, anche l'archivio, la comunicazione interna ..... ehm... solo la comunicazione esterna non c'è più, insomma, non hai più l'ufficio stampa"

!!!

"Però hai un vantaggio: dipendi direttamente da me"

Oooh!

"Purtroppo i tempi stanno cambiando, non ti dico quanti rospi devo ingoiare io........ Guarda che ci credo, penso veramente che possiamo cambiare in meglio questo ente"

Ah!

"Dai, non fare quella faccia è un buon compromesso"

..........................

Tutta la mia solidarietà al direttore generale che deve ingoiare certi rospi conditi con 151mila euro all'anno.

giovedì 27 gennaio 2011

Qui pro quo?

L'utente medio ha un appuntamento con il ragionier  Bianchi. Arriva in portineria e chiede dove andare. L'usciere di turno non ci pensa due volte: gli prepara il pass e lo spedisce all'ottavo piano. 

La segreteria del presidente vede l'utente medio e guarda l'agenda, ma  non trova alcun appuntamento, così lo fa accomodare e chiede lumi. Il presidente dice che, sì, aveva dimenticato di segnare un appuntamento con un tale di cui non ricordava il nome: "Lo faccia passare" ordina spiccio.
L'utente si accomoda su una bella poltrona di pelle e illustra il problema al presidente.

Per il vertice sono cinque minuti di assoluta comunanza con i drammi della popolazione, un incontro "up - down"  di quelli che un altro deve fare ore di anticamera e farsi annunciare almeno da un assessore regionale. Ma l'utente medio e lì e può esprimere tutto il suo malessere.

Il presidente, colpito nel cuore, ma sopprattutto accortosi che non era lui l'ospite atteso, chiama la segretaria e le impone di occuparsi del poveretto: "Cerchi di capire cosa vuole..." Poi lo rassicura: "La lascio in buone mani" e se lo leva dai piedi.
L'utente medio spiega nuovamente la situazione alla collaboratrice e, lettera alla mano, le chiede cosa deve fare.
"Mi informo e la richiamo" - risponde garbata la segretaria - "mi lasci il numero" e lo spedisce fuori dall'ovattato mondo delle poltrone di pelle e dei quadri alle pareti.

Ma in portineria l'uscere non ne vuol sapere di far andar via il povero utente, vuole il pass con una firma. Allora l'utente medio si arrabbia, non solo l'hanno fatto venire lì, ha preso mezza giornata di ferie e non ha concluso niente, ma ora non può neanche tornarsene a casa...

Così si apre l'alterco.

"Lei deve avere il pass con una firma" intima l'uscire.
"Non so proprio dove sia 'sto pass" ribatte l'utente medio.
"Ma dove è andato?" lo interroga inferocito l'addetto alla portineria
"Da uno che mi ha tenuto a parlare e non  ha fatto niente" risponde davvero seccato il povero utente.
E toni si alzano.
Così l'Urp interviene per dirimere la questione.
Ancora parole amare e la lettera di convocazione nuovammente esibita.
!?
Di fronte al documento l'urpista capisce.... aveva un appuntamento con il ragionier Bianchi della gestione utenza, non con il presidente, cavalier Bianchi, e lo accompagna dal funzionario; nel frattempo si fa preparare un pass falso da un collega connivente e libera l'utente medio dalle catene della burocrazia.

Il dopo è un consesso planetario sui seguenti temi: revisione delle procedure di accesso al palazzo, indagine interna sulla sicurezza degli accessi, svalutazione delle performace del personale, recriminazione sui sistema di comunicazione interna. E non è mancata la convocazione d'urgenza delle rappresanze sindacali.

L'utente invece ha la conferma che negli uffici pubblici ti facciano perdere un sacco di tempo.