martedì 31 gennaio 2012

Neve e bellerine

foto scaricata da You Reporter


La neve, a lungo invocata, finalmente è arrivata. Non oggi. Già domenica scorsa ha imbiancato tutta la città, ma io, reduce da un intervento al dente, non ho potuto godermela come avrebbe meritato. 
Invece oggi sì. Eccome.

Infatti se lunedì sono andata a lavorare con gli scarponi da montagna e le suole rompighiaccio, abbigliamento assolutamente esagerato per la proverbiale efficienza subalpina che ha liberato le strade in una sola notte, oggi ho sfidato la sorte.

Messo il naso fuori per testare la temperatura - decisamente gradevole - osservato dal terrazzo, quello sì con trenta centimetri di neve, strade sgombre, mi sono vestita da donna e ho inforcato la bici per andare a lavorare.  
A parte qualche ammasso di neve sporca negli angoli dei marciapiedi e il colore spettrale dei tetti  ancora coperti di bianco, nessun intoppo sul percorso. Così, certa di fornire il più elevato contributo alla salvaguardia dell'ambiente, e in competizione con i paesi nordici che usano la bici anche in autostrada, sono arrivata in ufficio.

Grandi sguardi di ammirazione dei colleghi hanno salutato il deposito del mezzo. Tra commenti di approvazione e qualche "oooh" di stupore, quello delle solite colleghe che si fanno accompagnare dal marito anche per comprare il sale, ho fatto il mio ingresso.

Per tutta la giornata non si è parlato d'altro che dell'intrepida e valorosa scelta di usare la bici.  Ma non sono mancati i commenti malevoli e qualche sorrisetto, che che compariva sulla faccia di qualcuno. Li ho ignorati, sempre gonfia di orgoglio. E poi qualche battuta sull'abbigliamento: "Certo che tu, con sto tempo da lupi, vieni a lavorare con quelle scarpette..."

Certo, quando all'ora di pranzo la temperatura è scesa di 10 gradi mi sono un po' infastidita, ma niente di più. Ho sopportato condizioni peggiori.  Un po' di gelo non mi spaventa.

Poi quache gocciolina ha bagnato il selciato. Ho guardato distrattamente le strade ancora chiusa nella granitica certezza che non si sarebbe depositata. Ma in pochi minuti le gocce si sono trasformante in fiocchi leggeri che danzavano nell'aria e l'ammirazione dei colleghi in trionfo.
Alle cinque il manto stradale era coperto di 15 centimetri di neve, le aumobili viaggiavano ai 20 all'ora e gli spazzaneve hanno fatto la loro comparsa seguiti dai mezzi spargisale.  I colleghi si erano dileguati  per raggiungere la famiglia, non senza prima conquistarsi una settimana di ferie.

Io resistevo.
Alle cinque e mezzo il palazzo era vuoto, a parte gli addetti all'evacuazione e i tecnici del Comune che transennavano l'edificio dal quale cadevano lastroni di neve grandi quanto l'intera Siberia.

Un collega superstite mi ha suggerito di lasciare la bici in garage e tornare a casa con lui, non ho capito se a casa sua o mi offriva solo un passaggio, ma è un dettaglio irrilevante. Comunque a scanso di equivoci ho rifiuto sdegnata entrambi. 
Sono uscita nella tormenta e ho liberato la bici dalla catena, ma non riuscivo a tirarla fuori dalla neve. Il collega impietosito, nonostante avesse appena incassato un rifiuto, con braccia forti e possenti, l'ha alzata donandomela come un fiore. Ho ringraziato con pudore e me ne sono tornata a casa a piedi, poichè in queste condizioni il rischio era troppo alto e l'azienda non avrebbe mai accolto un infortunio in itinere. E come dargli torto. Ho impegato 35 minuti a fare un tratto di strada che, a prendersela comoda, ne richiede dieci.

Sulla strada qualcuno mi ha offerto l'ombrello, inaccettabile perchè ho solo due mani, qualcuno ha espresso solidarietà,  ma a patire di più sono stati i miei piedi e soprattutto le ballerine di camoscio pronte per il cassonetto.

venerdì 27 gennaio 2012

Terremoto a Torino: la terra trema. E io pure.

Stavolta ho avuto proprio paura.  Ero a casa seduta alla mia scrivania a ripassare un po' d'inglese e la sedia ha iniziato a muoversi. Ho alzato gli occhi e persino le foglie della Schefflera, una pianta di quasi due metri che vive nel mio appartemento, muoveva le foglie variegate a garantirmi che sì, senza ombra di dubbio, c'era il terremoto. Che all'ultimo piano oscilli che è una bellezza.

E' una settimana che Torino trema. In ufficio è addirittura peggio;  perchè all'ottavo - piano io sto in alto-  trema tutto. Così l'ultima volta, ligia alle regole aziendali che vogliono un'evacuazione del personale ordinata e organizzata, non quelle fughe scomposte e urlanti che a volte vediamo in tivù, alla terza scossa, senza alcun indirizzo per la fuga, ho chiesto al collega delegato per la sicurezza cosa fare.

Lui prima mi ha guardato un po' sorpreso, poi mi ha chiesto conferma dell'incarico e di fronte all'elenco degli addetti sul quale comparava il suo nome, ha dichiarato candidamente:

"Scusa, ma il seminario sul terremoto l'ho saltato, quel giorno non c'ero".

Bene. Rinfrancata da questa resa, rassicurata dalla franchezza, ho preso borsa e sigarette e sono andata a fumare.

Awards: the versatile blog



Ci voleva il commento di Shunrey a risvegliarmi dal negligente torpore del 2012.  Mi rimetto subito in riga e torno vergare commenti acidi sugli utenti dopo alcuni post a deriva intimistica.

Ma prima il doveroso, e devo dire sincero, ringraziamento per  avermi citata.  Poi il dovere.  

Dunque aggiungo anelli alla catena, perchè almeno è divertente e si scoprono tanti blog che meritano una lettura.
Le regole del premio: sette cose di me e 15 blog da citare.

  1. Sogno di attraversare l'Argentina a piedi. Nel frattempo cammino per Torino e sulle montagne limitrofe.
  2. La lettura di "Anna Karenina" ha illuminato di nuova luce i miei rapporti con gli uomini e ha confermato una mia antica teoria. L'amore è una nostra proiezione.
  3. Sono priva di pregiudizi, ma gli altri usano la lente d'ingrandimento.
  4. Non sopporto gli Sms: chi desidera parlami perchè non telefona?
  5. Coltivo grandi sogni e bruschi risvegli in egual misura.
  6. Ho un sorriso strepitoso che disarma chiunque. Confesso: qualche volta ne ho approfittato.
  7. Ho promosso due cause di lavoro contro la mia azienda: una vinta e la seconda conclusa con un accordo. I diritti non si toccano. Invito tutti a fare altrettanto. Un grazie al mio avvocato.
E ora i 15 blog:

Gite mentali divertitevi con questa arguta wonderwoman
Autista per caso  provate Voi a guidare un bestione di 12 metri e essere felici. Correggo: addirittura di 18 metri e poi provate a posteggiare ancora in seconda fila.
Bendix  sì, lo so: lei è famosa, ma la satira va premiata
ilsuocanesbava  amate gli animali? E i proprietari?
Perennemente sloggata c'è pure il corso di tedesco
Il favoloso mondo degli utonti rileggetelo prima chiamare l'assitenza in ufficio
Hotel Bizarre sarà capitato anche voi...
Nuovi equilibri un'associazione di Torino: per chi ama la bici
L'arresto del Carlino  scoperto da poco, ma veramente divertente
No sex, no city ovviamente una parodia
Cronache cittadine sopravvivere in città
Cado in piedi libera informazione
Border radio  vi ricordate le radio libere? Ora la libertà è sul web
Lancia il sasso qualcosa di serio
Angolo cottura  poteva mancare il blog culinario?

Buona lettura

martedì 27 dicembre 2011

Regalo di Natale: riciclo a perdere

Non è bastato il nuovo decreto milleproroghe a salvarci dal regalo di Natale. O forse ne è stata la causa. Ma anche quest'anno, a portafoglio più leggero, la bisaccia di Babbo Natale si è riempita di pensieri di dubbia utilità e buon gusto.

Passata la moda delle saponette profumatissime, che non utilizzi neanche in viaggio, o delle candele decorate che quando le accendi ti appestano la casa e prendono fuoco le tende,  è stata la card il regalo più gettonato. Si, un rettangolino plastificato caricato di euro per acquistare musica, profumi, o altre amenità da spendere esclusimante in un negozio così lontano da casa tua che arrivarci ti ha fatto giocare il credito. Di acquistare qualcosa, neanche a parlarne. Sembra intelligente, invece è un'altra imboscata consumistica. Anche perchè scade prima dei saldi.

Ma da una breve indagine tra amici devo dire che nella top ten compare il coupon conquistato su internet:  per esempio il buono per tre cerette realizzate con l'innovativa metodologia del fuoco vivo nel centro estetico chiuso la settimana scorsa dai Nas, oppure dieci lanterne a forma di cuore che, una volta accese, si innalzano nei cieli. Quale uomo non sognerebbe di manifestare il proprio amore con queste simpatiche luminarie? Peccato che la signora del terzo piano ha chiamato l'aeronautica militare temendo l'invasione degli Ufo. E che dire dell'elicottero telecomandato con  iphone, che se hai solo uno smartphone di prima generazione rimane zavorrato alla scatola? Per liberare il fanciullo che c'è in te.

Poi ci sono i negozi di cose utili e introvabili, come l'alzatacco che ti fa guadagnare fino a cinque centimetri d'altezza. Imperdibile, quasi al pari di lacci luminosi, utili forse quando si va in bici contromano, o forse per accelerare il recupero del cadavere nel caso venissi assassinato di notte in un parco. Già, perchè altri utilizzi non ne vedo.

E poi ci sono i regali spicy. Uuuuhh. Quelli che gli uomini, con sorrisetto tra il complice e l'imbarazzato "Dai, è solo per scherzare", ti regalano nella speranza di traformarti in una tigre da letto, dimenticando che non è il mezzo, ma il destinatario a gelare ogni passione. E non puoi nenache riciclarlo. O forse sì.

Insomma. Non si salva nessuno dalla bulimia natalizia, e ogni Santo Stefano ti assale il desiderio di vendetta da consumarsi alla prima occasione.
Perciò in attesa de una riscossa arrivederci a Natale 2012. Prefezia Maja permettendo.

domenica 25 dicembre 2011

Natale: benedetta solitudine

Sul Natale ho già scritto l'anno scorso, perciò non ripeterò quanto è noioso ricevere sms multipli,  o la telefonata dal vecchio amico che pensa di riallacciare i rapporti: se non ti sopportavo a Pasqua, perchè dovrei apprezzarti a Natale?

Per educazione. Non mi interessa. Perciò per sfuggire al rumore assordante delle suonerie telefoniche e all'inutile bla bla delle conversazioni stile riassunto Bignami dell'anno precedente non c'è altra soluzione che staccare i telefoni e starsene in pace a godere il silenzio.
Già fatto.

Tanto nessune se ne accorge se non telefoni.