lunedì 2 maggio 2011

Tre uomini e una bara 2

Il mio ultimo post ha suscitato il commento velenoso di un anonimo lettore. Non l'ho cancellato perchè credo nella libertà di parola, anche se formalizzata in modo anonimo. Ciascuno si qualifica per quello che fa.
Tuttavia ringrazio Shunrei e Autistaxcaso per la solidarietà. 
La morte è sempre un tema ammantato da una sacralità che la rende inviolabile.  Vietato scherzarci su. La nostra cultura ha ritualizzato la morte per sopportare lo stupore della finitezza umana. E allora via con i funerali, le omelie e i cimiteri, dove "si riposa in pace".
Ma non solo.
Tutti vogliono morire a casa, circondati da parenti e amici, certi che possa essere più dolce il momento del trapasso. Persino la badante ti rassicura dicendoti di aver tenuto la mano al tuo congiunto mentre spirava. Pure il cinema tiene alto l'epos della fine con confessioni dell'ultimo minuto che durano un quarto d'ora, se non addirittura  scritte su una foglio.  E risparmio qui tutta la letteratura sull'argomento e di conversioni che hanno fatto guadagnare almeno il Purgatorio a qualche famoso personaggio.
Ma la verità è un'altra. Con l'approssimarsi della fine si desidera solo risparmiare le forze e avere ancora un po' di ossigeno. L'attività cerebrale è tutta concentrata sulle funzioni vitali: il respiro.
Tutto il resto è retorica per i vivi.
Io, per me, sogno di morire dietro i paravento di un ospedale con un medico pietoso che mi somministra morfina contro l'eventuale dolore e lontano da chi mi garantisce che "andrà tutto bene" o che mi respira ansiosamente addosso.
Il dopo non sarà più un mio problema.
Poco poetico? Forse. Ma reale.

P.S. Per Autistaxcaso: forse hai ragione; chi ha lasciato quel commento forse mi conosce.

4 commenti:

  1. Finora non mi è mai capitato di assistere agli ultimi momenti di una persona a me cara (per un motivo o per l'altro...), ma ad esempio è successo a mio marito (e si trattava di sua madre).
    Bene: niente di lontanamente simile all'immagine spesso confettata di film e libri. Molto poco di quegli attimi che sia rimasto a consolare il "famigliare presente", che a distanza di 11 anni ancora porta certe spine nel cuore.
    Io sono tuttora convinta che il coraggioso che ha criticato nell'altro post non abbia la minima idea (reale) di cosa stesse parlando.
    E il dubbio che sia un anonimo che potresti conoscere... ce l'ho pure io!

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  2. Grazie Shunrei, mi spiace per tuo marito: è vero, le spine per la morte di un genitore rimangono piantate ne cuore per sempre. Io visto morire mio padre d'infarto più di 25 anni fa e non dimenticherò mai come ha allontanato la mia mano alla ricerca di un po' di aria.
    Ti abbraccio

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  3. Ti conosce, certo che ti conosce ...
    E nella vita reale, non avrà mai il coraggio di essere così diretto ma sarà probabilmente, agli antipodi, per cui ...
    ... Occhio ai timidi ;-)))

    A far sto lavoro si finisce x nn stupirsi più di nulla ...
    (sto paese è pieno di frustrati ... notate solo come si rivolgono mediamente le persone ad un autista quando c'è un inconveniente ...)

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  4. Anonimo , già , mentre Cassandra è un attestato di identità chiaro ? Non capisco ancora cosa ci avrebbe fatto con il mio nome ; mi avrebbe sfidato a duello ? Le sue armi : maldicenza , arroganza , cinismo e una certa aridità di spirito , non rientrano nel mio arsenale , che invece è composto di rispetto ( non solo quello sacro per i morti ) e dialogo ( anche col diavolo ) . Io armi non ne ho . Sopratutto contro una donna , e tantomeno contro una donna evidentemente disturbata come dimostra essere lei , che comunque non disdegna di essere tanto lucida da nascondersi dietro uno pseudonimo ( sarà un problema di coscienza ? ) , che le permette di insultare e denigrare qualcuno che nemmeno conosce . Di fronte a tanta cattiveria , bisogna almeno rispondere . Se così non si facesse , sarebbe troppo facile riempire il mondo di nefandezze come le sue , e per le quali il mondo , oggi è quel che è . Non si circondi di plaudenti baciapile e faccia autocritica , vedrà che la vita le aprirà migliori prospettive che pontificare su fatti che non conosce , insultando i vivi e i morti . Neanche su internet ( e forse ancor più ) ci sono garanzie per sfuggire al più severo dei giudici : La verità .

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